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L’Università riparte a metà. Sempre la mascherina e app per prenotare il posto


Le linee guida per gli atenei: posti dimezzati e disposti a scacchiera. Gli altri seguiranno a distanza. App per prenotare le lezioni dal vivo

L’università riparte con aule a numero chiuso, con capienza ridotta del 50 per cento, didattica mista e mascherine obbligatorie sempre: da quando si mette piede in ateneo a quando si esce, ma anche per tutto il tempo in cui il professore spiega. Per andare a lezione ci si dovrà prenotare, una volta esauriti i posti, dimezzati per esigenze di distanziamento, chi rimarrà fuori seguirà da casa.

È la via scelta dal mondo accademico per riprendere il semestre di lezioni a settembre approvata dal Comitato tecnico scientifico. Un compromesso per riaprire garantendo la sicurezza in un contesto di ripresa dei contagi proprio tra i più giovani.

L’obiettivo è ripristinare quel filo interrotto da febbraio scorso, scongiurare il non ritorno dei fuorisede, assicurare il diritto allo studio a chi non vorrà o non potrà spostarsi. «Rivogliamo i nostri studenti» il grido dei rettori, condiviso dai sindaci delle città universitarie che temono il crollo dell’indotto economico. Prove di ripartenza, dunque. Le linee guida sulla sicurezza sono già definite.

Riguardo alla gestione dei casi sospetti e dei focolai, con il Comitato tecnico scientifico si è deciso di seguire le linee adottate per la popolazione generale riguardo alla segnalazione dei contagiati e alle indagini epidemiologiche che spettano ai dipartimenti di prevenzione delle Asl, in accordo con le figure della prevenzione degli atenei.

Ogni ateneo intanto ha declinato le indicazioni generali in modo differente, mentre sugli esami e i laboratori la scelta è quasi univoca: saranno in presenza. A Bergamo, per esempio, si andrà in aula nei corsi con meno di 50 studenti, il resto sarà a distanza con turni e modalità mista. Il rettore di Trento Paolo Collini ha scritto ai suoi studenti: «La situazione complessa non ci permette di avere risposte semplici, né un modello unico» stimando in un terzo la presenza fisica alle lezioni in questo semestre.

Luca Pietromarchi, rettore di Roma Tre, in un video messaggio annuncia che saranno accolte le matricole (50 per cento al giorno) nelle aule; per tutti gli altri le lezioni fino a dicembre saranno online. A turni si starà nelle aule alla Sapienza, Palermo prevede in modalità mista il 70 per cento dei corsi. Ma vediamo, per tutte le università, le prescrizioni di base da seguire.

Le aule
Il distanziamento testa-a-testa degli studenti è di un metro, con un margine concesso del 10 per cento in meno o in più per non penalizzare la capienza delle aule fatte ad anfiteatro o a gradoni, con file di sedute fisse: sono la maggioranza negli atenei. La variabilità è legata anche alla differenza fisica tra gli studenti. La capienza va ridotta di almeno il 50 per cento indicando i posti dove non ci si potrà sedere. Laddove ci sono sedute mobili può essere ampliata mantenendo il metro di distanza. Ogni giorno le aule vanno sanificate e va garantito il ricambio d’aria.

Prenotare il posto
Per seguire la lezione nelle aule si faranno turni, con app che gli atenei stanno testando o hanno già messo a punto per prenotarsi: a Cagliari si chiama App-Posto, a Padova EasyRoom, lo prevedono, tra altri, anche Catania, Bologna, la Statale di Milano.

La mascherine
Per «tutto il tempo di permanenza nelle strutture didattiche» sono obbligatorie. Gli studenti non potranno abbassarle nemmeno durante la lezione. Lo potrà fare il professore mentre spiega.

La didattica mista
Lezioni in presenza ma con la possibilità anche di seguire in contemporanea da casa per chi non può tornare in università, ovvero fuorisede, studenti “fragili”, stranieri.

Spazi comuni
Per prevenire gli assembramenti vanno valutati i flussi in entrata ed uscita predisponendo percorsi dedicati. In ogni aula deve esserci il gel disinfettante.

Febbre
Non va misurata negli atenei. Se si hanno sintomi di infezioni respiratorie acute (febbre, tosse, raffreddore) non si può andare all’università.

Contagi
Il caso sospetto va isolato e vanno informate le autorità sanitarie. Se positivo al Covid parte il tracciamento dei contatti. La chiusura di un corso sarà valutata caso per caso. (LaRepubblica.it)

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1 risposta

  1. Giovanni

    Si deve individuare immediatamente la presenza del virus con metodiche che in pochi minuti danno il risultato. Sono in corso studi e applicazioni di metodiche che con la saliva e il respiro sono in grado fi rilevate la presenza del Coronavirus. Tutte le altre misure sono importanti per conseguire ulteriore controllo sulla diffusibilita del virus.