I tifosi neroazzurri celebrano la vittoria matematica dell’Inter riversandosi in migliaia in Piazza Duomo. La società: “Siate responsabili”.
Inter campione d’Italia
L’Inter è campione d’Italia, aggiudicandosi il 19° scudetto dopo ben undici anni. I festeggiamenti sono iniziati al fischio finale di Sassuolo-Atalanta. Tra code e cori intonati in auto, sventolando bandiere e sciarpe neroazzurre dai finestrini, i tifosi interisti si sono riversati in strada per dare sfogo alla voglia di far festa. I più, dimenticandosi restrizioni e regole anti-contagio.
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Assembramenti in Piazza Duomo
Gran parte degli interisti ha ricoperto Piazza Duomo, rivestendola interamente dei colori della loro maglia. Da un centinaio di tifosi, tra la nebbia colorata dei fumogeni, il loro numero è cresciuto a vista d’occhio. A metà pomeriggio erano già 15.000, per un totale di 30.000 tifosi riversati per le strade della città di Milano. Non tutti con indosso la mascherina e, inutile dirlo, senza rispettare le regole inerenti al distanziamento.
Il richiamo della società: “Siate responsabili”
“Ora è il momento della festa: di tutti gli interisti. Una gioia che si sprigiona genuina ma che invitiamo a esprimere nella maniera più responsabile possibile: siamo campioni anche in questo!“, questo l’invito della società neroazzurra al senso di responsabilità dei suoi sostenitori, nonché al rispetto del periodo che stiamo vivendo. A richiamare all’ordine, anche Marco Barbieri, segretario generale della Confcommercio Milano: “La gioia dei tifosi interisti è più che comprensibile, lo dico da tifoso (seppur di un’altra squadra). Mi chiedo però perché a Milano, in Darsena o in Brera, sia necessario transennare le vie per evitare assembramenti e veicolare i flussi di persone e in piazza del Duomo possano riversarsi in migliaia in modo incontrollato“.
Livello d’allerta alto
A Milano, la gioia incontenibile dei tifosi interisti sembra non conoscere precauzioni. “Oggi festeggiamo, al Covid ci pensiamo domani”, così hanno esordito alcuni di loro. Ricordiamo che la regione Lombardia, una delle più colpite dal Covid con oltre 33mila morti da inizio pandemia, è zona gialla dal 26 aprile. Ma come ripetuto più volte dal Ministro della salute Speranza “non è un liberi tutti“. Il livello di allerta deve ancora mantenersi alto, osservando e rispettando le regole anti-contagio.