Il 18 aprile del 2015, nel Canale di Sicilia, persero la vita 800 migranti durante la traversata dalle coste africane a quelle siciliane.
A distanza di quasi un anno, i ministri Angelino Alfano e Stefania Giannini e il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, Vittorio Piscitelli, hanno sottoscritto oggi un Protocollo d’intesa per estendere all’intero sistema delle Università italiane la collaborazione istituzionale, già iniziata con le Università degli Studi di Milano, Catania, Messina e Palermo, per il riconoscimento e l’identificazione dei corpi senza identità.
Sul sito del MIUR, infatti, si legge che «Il recupero del natante dal mare sarà portato a compimento nella prossima primavera a cura della Marina Militare. All’operazione, che si svolgerà presso la base Nato di Melilli, in provincia di Siracusa, parteciperà anche il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco (per l’estrazione delle salme), oltreché, per gli aspetti di rispettiva competenza, la Questura di Catania, l’Azienda Sanitaria Provinciale, la Croce Rossa Militare».
L’azione di coordinamento sarà garantita dalla Prefettura di Siracusa. Il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, invece, curerà gli adempimenti connessi alla sepoltura delle salme.
Le Università italiane, attraverso la Conferenza dei Rettori, prenderanno parte, su base volontaria, alle attività medico-legali per l’identificazione delle vittime.
Specifiche professionalità nel campo della medicina legale e della patologia forense, nonché in quello della genetica forense presteranno la propria opera senza gravare sul bilancio dello Stato.
Oltre venti atenei hanno già dato la loro adesione, tra cui, come scritto, anche Unipa.
«L’operazione umanitaria, fortemente voluta dal Governo – commenta il MIUR – consolida la tradizionale vocazione dell’Italia quale Paese di accoglienza e porta d’ingresso ‘sicura’ dell’Europa».
(Foto da Pixabay.com)