Nel pomeriggio di ieri martedì 9 febbraio è andata in scena la protesta di una decina di navigator contro la precarietà. Il destino per loro è tutto da scrivere, così hanno deciso di scendere davanti alla Prefettura di Palermo per avere una risposta al grido di: “Ci avete rotto le P.A.L.”, che sta a significare politiche attive per il lavoro (il nome completo è ANPAL)
“Ho 30 anni. Sono uno psicoterapeuta. Ho partecipato al concorso per i navigator. In un anno non sappiamo nulla del nostro futuro”, dichiara uno dei tanti lavoratori, che per raggiungere la posizione hanno dovuto superare un concorso molto ostico. Vengono tutti da settori universitari diversi. C’è chi ha preso la laurea in Psicologia, chi in Scienze politiche, chi in Giurisprudenza. Sono tutti al servizio di chi percepisce il reditto di cittadinanza. Sono proprio loro che attraverso delle corsie preferenziali dovrebbero creare una comunicazione tra chi è in cerca di lavoro, e percepisce il reditto, e chi può offrire il lavoro.
L’età media dei navigator è di 30 anni. Ma ci sono anche dei 50enni, che hanno voluto affrontare con corraggio la sfida lavorativa legata al reddito di cittadinanza.
La difesa de sindacati per i navigator
Andrea Gattuso, sindacalista della Cgil, in difesa della precarietà dei guidatori nel mondo del lavoro dichiara: “Siamo qui per loro. Stanno svolgendo una funzione importante per il reddito di cittadinanza. Sono lavoratori che servono per il funzionamento del sistema Italia“.
Per Borrelli della Uiltemp Sicilia i lavoratori sono stati troppo manipolati dal pensiero politico. “Noi crediamo che in Sicilia abbiano fatto un buon lavoro. Per i nostri dati loro sono stati in grado di far trovare lavoro al 25% di persone che percepiscono il reddito di cittadinanza”.
La scadenza dei loro contratti è prevista ad aprile. Non si sa ancora nulla del loro futuro e del loro contratto dopo i primi giorni di maggio.