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Nelle università italiane aumenta il fenomeno dell’abbandono al primo anno e sempre meno iscritti


Negli ultimi dati riportati, aumenta il fenomeno dell’abbandono al primo anno nelle università italiane con il dato allarmante del 7,3%.

Università Abbandono
Università Abbandono- fonte: web

Nell’anno precedente, il 7,3% degli studenti neomatricolati ha optato per l’abbandono dell’università, con ragioni che includono la crescente competizione e l’aumento dei costi di vita.

L’università è di nuovo al centro dell’attenzione. Recentemente, si è discusso ampiamente dell’aumento dei costi degli affitti, con numerosi studenti che hanno scelto di manifestare di fronte alle proprie istituzioni accademiche come segno di protesta contro i prezzi eccessivi richiesti dai proprietari immobiliari delle principali città. Abbiamo visto tende erette davanti al Politecnico di Milano e a quello di Torino, con la tenda stessa che è diventata il simbolo di questa ribellione.

I dati allarmanti dell’abbandono all’università

Questa volta, sembra che il problema non sia tanto il costo della vita, almeno non direttamente, ma piuttosto l’alto tasso di abbandono universitario. Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, i dati statistici forniti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito mettono in luce una diminuzione del numero di laureati in Italia e un aumento significativo degli abbandoni durante il primo anno di studi universitari. Questi dati sono relativi all’anno accademico 2021/2022 e sono confrontati con quelli degli ultimi dieci anni, analizzando l’abbandono durante il primo anno universitario per tutti gli anni accademici. Tra il 2011 e il 2021, quindi, si è osservata una differenza di quasi un punto percentuale nell’abbandono degli studi, passando dal 6,3% al 7,3%, con una distribuzione equa tra uomini e donne.

Le cause dell’abbandono all’università

Tra le principali cause dell’abbandono universitario, la più comune sembra essere l’eccessiva competizione, sia a livello accademico che tra i compagni di corso. Questa dinamica non è nuova: è risaputo che alcune università incoraggiano gli studenti a sfidarsi in una sorta di competizione sana, mirata a promuovere la crescita e a facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro. Tuttavia, per alcuni individui, questa pressione può risultare stressante. Inoltre, viene considerato problematico il carico di studio e le aspettative eccessive da parte dei professori, che nel lungo periodo possono avere effetti negativi sugli studenti più sensibili dal punto di vista emotivo.

A complicare ulteriormente la situazione c’è il tema dei costi associati alla vita fuori sede. Molti giovani, per perseguire gli studi universitari, sono costretti a lasciare la propria casa e affrontare spese elevate per l’affitto e il mantenimento autonomo. Sembrerebbe che per molti di questi studenti, dopo il primo anno, questi costi elevati li inducano a prendere decisioni di vita diverse, spesso abbandonando gli studi universitari.

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