Netflix, la società statunitense distributrice di contenuti televisivi e cinematografici, ha visto crollare il valore del suo titolo azionario del 35,1 per cento sulla borsa di New York ieri, 20 aprile. Il crollo in borsa segue la pubblicazione degli ultimi dati relativi alle sottoscrizioni ai servizi di streaming dell’azienda, che hanno registrato un calo trimestrale di 200 mila unità tra gennaio e marzo scorsi.
William Ackman, l’investitore miliardario il cui fondo ha acquistato oltre 3 milioni di azioni di Netflix lo scorso gennaio, ha annunciato ieri di aver ceduto la sua quota con una perdita di 400 milioni di dollari rispetto all’investimento iniziale.
“Il modo principale che abbiamo per perseguire questo obiettivo è chiedere ai nostri membri di pagare un po’ di più per condividere il servizio con persone al di fuori della loro casa – dichiara Greg Peters, Chief Operating Officer e Chief Product Officer di Netflix – Quindi, se hai una sorella, diciamo, che vive in un’altra città e vuoi condividere Netflix con lei. Beh, è fantastico, ci piace”.
“Non stiamo cercando di bloccare quella condivisione, ma vi chiederemo di pagare un po’ di più per poterla condividere con lei e in modo che lei ottenga il beneficio e il valore del servizio, ma noi otteniamo anche le entrate associate a quella visione”.
Peters continua: “Circa un anno fa – un po’ più di un anno fa a dire il vero, abbiamo iniziato a fare alcuni test che ci hanno aiutato a costruire i meccanismi che stiamo usando ora in alcuni Paesi. Abbiamo appena fatto il primo grande test nazionale. Ma ci vorrà un po’ di tempo per risolvere la cosa e per ottenere il giusto equilibrio. Giusto per rispondere alle vostre richieste, la mia idea è che ci vorrà almeno un anno ancora di sviluppo e miglioramento per ottenere quella che sarà una soluzione lanciata a livello globale, compresi i mercati come gli Stati Uniti“.