Non c’è pace per i test d’accesso ai corsi di laurea di Professioni sanitarie.
Come raccontato da Repubblica, infatti, il Consiglio di Giustizia Amministrativa, ribaltando la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale, ha imposto all’Università degli Studi di Palermo di immatricolare in sovrannumero una studentessa di 35 anni, in quanto le era stato vietato, durante il quiz del 3 settembre scorso, di allattare la propria figlia, appena nata, nei bagni di Unipa, anche se controllata da un commissario per garantire che non fosse un modo per copiare i test.
I giudici hanno motivato la decisione affermando che il rifiuto della commissione di concedere alla neomamma di allattare, non dando così seguito a tre mail della donna, «ha potuto causare uno stato di turbamento psicologico della candidata tale da potere incidere in termini determinanti sulla serenità della prova d’esame e sul suo conseguente esito».
I legali della studentessa hanno commentato così: «Grazie a questa pronuncia che non ha precedenti in Italia i diritti delle neomamme e dei figli neonati saranno garantiti. Le rigide regole di sicurezza di un concorso pubblico devono prevedere anche procedure compatibili con particolari esigenze individuali».