L’associazione universitaria UniAttiva lancia una petizione per dire “No all’aumento delle tasse” nell’anno accademico 2014/15.
«In questi giorni, timidamente – scrive l’associazione – i più puntuali tra gli studenti universitari iscritti all’Università degli studi di Palermo si stanno occupando delle loro pratiche d’iscrizione; dopo aver solertemente completato le procedure di iscrizione al bando di concorso per la borsa di studio ERSU, che permette di accedere a diversi benefici come la borsa di studio, il tesserino mensa e l’esonero totale delle tasse ad esclusione di circa 250 euro totali. L’impegno economico quindi si riduce notevolmente per quei nuclei familiari che fanno fatica a gestire le spese di un figlio all’Università. Grazie a questo esonero totale gli studenti che hanno qualche difficoltà a pagarsi gli studi potranno affrontare parte delle spese con maggiore serenità e potranno permettersi l’istruzione accademica per i figli».
Dall’associazione ricordano, infatti, che a fine luglio il rettore Lagalla di comune accordo con il Consiglio di Amministrazione ha abolito metà dell’esonero dovuto alla partecipazione al bando per la borsa di studio.
«La notizia – continuano – sembra sconvolgente ma ci sono cause di forza maggiore poiché il Magnifico Rettore per convincere i componenti del CDA, in realtà bendisposti e poco riottosi, si inventa di sana pianta dei provvedimenti e delle direttive ministeriali per cui diventa necessario passare da un esonero totale a un semi-esonero».
«Ovviamente queste direttive non esistono, anzi, peggio, esistono e vanno nella direzione opposta vanno verso il Diritto allo Studio. Ma in quel momento soltanto poche voci (diciamo, non per polemica, solo noi del Coordinamento UniAttiva) si erano levate a difesa della chimera del Diritto allo Studio richiamando a un’altra produzione della sfera onirica (un sogno insomma) la Rappresentanza Studentesca. Il Rettore ignorò queste voci. Alcuni timidi, divenuti un poco meno timidi, tentarono una sortita cercando di riparare all’errore madornale di aver votato un provvedimento senza né capo né coda, inutilmente poiché il danno era già fatto», affermano i ragazzi di Uniattiva.