Ieri a Palermo, sabato 6 marzo, davanti la Prefettura si è tenuta la manifestazione contro le scorie nucleri in Sicilia. E’ la seconda volta che il gruppo di giovani siciliani ed ecologisti scende in piazza per andare contro questa possibilità all’interno dell’isola.
La prima volta il flashmob, con le simboliche tute contro il nucleare, si è tenuto davanti il teatro Massimo, questa volta invece davanti la Prefettura. Il grido che esce fuori dalla protesta è chiaro: “No scorie nucleari in Sicilia”.
A parlarne con Younipa l’attivista ed esperta in tematiche ecologiste Ludovica di Prima: “Siamo in piazza per la seconda volta per ribadire il nostro concetto. Siamo contro il deposito di scorie radioattive in Sicilia. Abbiamo scelto il 6 marzo perchè questo giorno era un simbolo. Proprio il 6 marzo si sarebbe concluso il periodo di consultazioni per esperimere la propria decisione sul tema“.
“No alle scorie nucleari”, le aprole dell’attivistà
E poi ci dichiara coperta anche lei da una tuta contro il nucleare: “La proroga si allunga di 100 giorni. Noi continueremo a lottare affinchè la Sicilia non venga ricoperta da scorie radioattive“.
L’attivista ritiene che queste proroghe sulla scelta definitiva siano solo una perdita di tempo: “I territori e i cittadini siciliani hanno già deciso che le scorie nucleari non ci devono stare. I siciliani vogliono delle proposte che riescano a sposarsi con il meraviglioso ambiente della nostra terra”.
Per il gruppo di attivisti non ci dovrebbe essere altro tempo per pensare: “Noi scenderemo in piazza fino a quando chi governa la Sicilia non dirà un forte no alla questione”.
Quella di Palermo non è stata l’unica piazza in cui si è svolta la protesta contro le scorie nucleari: “Siamo scesi anche a Catania e a Messina. La Sicilia si unisce”, dice Di Prima. Ancora un feedback sperato con la Regione Siciliana non c’è stato.