La preside della scuola di Palermo Giovanni Falcone del quartiere Zen, Daniela Lo Verde, è stata arrestata con le accuse di peculato e corruzione. Si sarebbe appropriata, insieme al vicepreside Daniele Agosta, di cibo per la mensa dell’istituto, computer, tablet e iPhone destinati agli alunni, acquistati con i finanziamenti europei. La preside sospesa ha risposto alle domande di Italia 1, dal suo domicilio, negando le accuse e affermando che le cose non vanno mai lette tutte da una parte.
Attualmente, la preside è agli arresti domiciliari con accuse pesantissime. Dalla sua abitazione ha risposto alle domande del giornalista di Italia 1, tentando di spiegare la sua versione dei fatti. Ha anche sostenuto che le intercettazioni che l’avrebbero incastrata sono state estrapolate da un contesto diverso.
LA DENUNCIA
Una ex insegnante dell’istituto Giovanni Falcone ha denunciato la gestione dispotica della cosa pubblica da parte della Preside di Palermo. In questo momento, le indagini sono ancora in corso e l’insegnante non può rilasciare interviste. La scuola viene descritta come un contesto particolare sul piano delinquenziale.
La storia della collaborazione della preside Lo Verde con “Le Iene” – Nel 2020, il programma televisivo di Italia 1 aveva stretto una collaborazione con la preside Daniela Lo Verde per una raccolta fondi destinata agli studenti del quartiere Zen di Palermo, impossibilitati a studiare a causa del lockdown pandemico. In quella occasione, “Le Iene” avevano attraversato l’Italia per raccogliere strumenti elettronici, come tablet e computer, da destinare agli alunni della scuola Giovanni Falcone. “Noi ci siamo esposti e abbiamo portato personalmente tablet e computer”, afferma Giulio Golia, parlando con la preside ora agli arresti domiciliari. La Lo Verde risponde: “Quelli hanno fatto la fine che dovevano fare”. “Che fine hanno fatto?” insiste Golia, aggiungendo “a casa sua hanno trovato tablet e computer”. Tuttavia, la preside sospesa sostiene che le cose non siano come vengono rappresentate.