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Non solo Fedez, ecco tutti gli artisti che hanno fatto “tremare” il palco del Primo maggio


Non si arresta la polemica innescata dall’intervento di Fedez sabato scorso sul palco del concerto del Primo maggio. Ma non è la prima volta. L’evento, infatti, non fa altro che legarsi ad una serie di altri episodi simili. Facciamo un breve ripasso.

Concerto Primo maggio: tra libertà e provocazioni

Il Concertone del Primo maggio ha fatto da sempre sfondo a dichiarazioni libere ed impegnate, provocazioni ed accuse ai politici di turno e alla Chiesa, che hanno fatto tremare il palco ed innervosito i funzionari del servizio pubblico. Insomma, polemiche che si sono susseguite quasi come una sorta di rituale, sebbene ciascuna di portata diversa.

1991: Elio e le Storie Tese e la loro “Ti amo”

1991, seconda edizione del Concertone del Primo maggio. Elio e le Storie Tese, da sempre grandi provocatori con la loro ironia, suonano Cassonetto differenziato per il frutto del peccato. Nulla da dire se non che, pochi minuti il loro inizio, rivelano che «questo è un depistaggio per i funzionari della Rai», e iniziano a suonare una versione inedita di Ti amo. Il pezzo cita i politici di allora, da Andreotti a Cossiga fino al presidente della Rai, ma il brano non conoscerà il suo finale. Il servizio d’ordine, infatti, non gradisce e decide di interrompere il tutto.

1993: I Litfiba e il preservativo sul microfono

Una delle esibizioni più memorabili del Primo maggio è quella dei Litfiba del 1993. Il frontman della rock band, Piero Pelù, intervistato da Vincenzo Mollica prima di salire sul palco, mette in maniera provocatoria un preservativo sul suo microfono. Dopo l’esibizione, con la loro Il mistero di Giulia, il cantante si rivolge direttamente a Giovanni Paolo II, invitandolo ad occuparsi delle tematiche “della carne” più discusse dalla Chiesa, come la contraccezione e l’aborto. I Litifiba torneranno sul palco nel 1997, ma la diretta si interromperà all’inizio della loro esibizione: ufficialmente per motivi di orario, anche se Pelù parlerà di censura preventiva.

2003: Daniele Silvestri e il governo Berlusconi

Sul palco del Concertone del Primo maggio, nel 2003, in pieno governo Berlusconi, arriva Daniele Silvestri. Prima di esibirsi con la sua Il mio nemico, il cantante esordisce così: «Se c’è una guerra di cui vorrei parlare, è quella che il nostro governo sta dichiarando in questo momento alla magistratura italiana», riferendosi all’ostilità del Premier di allora nei confronti dei magistrati. La Rai, dopo l’episodio, decise che l’edizione dell’anno successivo dovesse andare in differita di almeno 20 minuti, così da evitare frasi scomode e slogan politici.

2007: Andrea Rivera e l’eutanasia

Nel 2007, la polemica venne sollevata per la prima volta dal conduttore del Concertone e non da un cantante ospite. Protagonista, l’attore e cantautore Andrea Rivera, classe 1971. Fra satira e provocazioni, il conduttore accusa il Vaticano per non aver concesso i funerali a Piergiorgio Welby nel dicembre del 2006, pioniere della battaglia per l’eutanasia legale. Rivera ironizza su una Chiesa non evoluzionista, perché di fatto «non si è mai evoluta». La Rai e i sindacati si dissoceranno immediatamente dalle esternazioni fatte dal conduttore.


Leggi anche: “Faccio brutto”, il testo della canzone di Fedez che sta scatenando la polemica


2013: L’esclusione di Fabri Fibra

Un altro classico risale al 2013 e riguarda l’esclusione di Fabri Fibra dal cast a un paio di settimane dall’evento. Il motivo? L’associazione Donne in rete contro la violenza accusa i suoi testi di misoginia e sessismo, giudicando la sua presenza inopportuna, con il sostegno dei sindacati. «Il Primo Maggio è ancora soggetto a certi schemi che in altri circuiti live non ci sono o comunque non ci sono più», commenterà il rapper sui social.

2014: Piero Pelù vs Renzi

Nel 2014, torna sul palco del Concertone Piero Pelù, questa volta da solista ma sempre fedelissimo alle sue provocazioni. A ridosso delle elezioni europee, se la prende con Matteo Renzi, all’epoca neo Presidente del Consiglio, definendolo «il non-eletto, ovverosia il boy scout di Licio Gelli». Licio Gelli era il “maestro venerabile”, a capo della loggia massonica P2. In seguito alla sua affermazione, il cantante si ritroverà a risarcire il Premier per il danno all’immagine.

2018: I Rolex di Sfera Ebbasta

L’ultima polemica pre-Fedez risale al 2018, con il trapper Sfera Ebbasta. «Sul palco avevo due Rolex», twitterà il cantante subito dopo la sua esibizione al Concertone. Gesto che sollevò aspre polemiche, considerato uno schiaffo ai lavoratori e ai valori della ricorrenza. Sfera risponderà alle numerose critiche con un altro tweet: «Se basta un outfit Gucci in diretta tv per rovinarvi la serata vuol dire che avete un problema molto più grosso da risolvere». Un rituale, per l’appunto, che per quest’anno è stato già bello e servito.

Fedez

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.