Domani dalle 8.30 inizieranno i temutissimi esami di maturità. L’aggettivo “temutissimi” è riferito ovviamente per coloro che vanno ancora alle superiori, perché basteranno pochi mesi o anni per dire che in fondo si stava bene quando si pensava di stare peggio. Anche la notte prima degli esami.
Dietro a capi impazziti, a professori universitari che cambiano carattere come si cambiano le magliette in una giornata torrida d’estate e a colleghi voltagabbana, il professore alle superiori che dava il 2 fisso non è niente. E in confronto con lui chiunque, anche i maturandi, prenderebbe un caffè, rispetto a tutti gli altri nominati precedentemente.
Usciti da quelle mura scolastiche, finirà il nido pascoliano, di cui i maturandi qualcosa dovrebbero sapere. Ma questo aspetto si capisce dopo mesi, o anche anni per alcuni. Le prime emozioni che verranno dopo la fine e l’uscita da quelle porte fraterne saranno principalmente da, come si dice a Palermo, curtigghiu. “Quello ha preso meno di me”, “Io mi meritavo di più di quello che è stato tutto il giorno a mare”, “Quell’ignorante ha preso un voto troppo alto”. E così via, fino a che l’ira finirà.
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Notte prima degli esami, un segreto ai maturandi
La fine di quello stato d’animo ed ingiustizia, subito per un voto in più o un voto in meno, sarà soppiantata da qualcosa di più grande. Qualcosa che farà arrabbiare di più: un capo che nel lavoro estivo, trovato dopo la maturità, sfrutta i giovani speranzosi, il professore che tratterà come calzini gli studenti e di certo non accarezzerà come un professore da liceo, un datore di lavoro che userà come un limone il dipendente giovane e alle prime armi e poi butterà quel che ne resta nel cestino della spazzatura.
È capitato a tutti dire: “Quella in fondo è stata una parentesi dorata”. Il mondo all’infuori della scuola è meno protetto. E da questa mancanza di protezione si può trovare un senso di libertà da un lato e un senso di spaesamento dall’altro. Nell’anno della maturità la percentuale di castelli costruiti e distrutti nel proprio cervello schizzeranno, come Elon Musk fa schizzare i bitcoin con i tweet.
Poi forse castelli ce ne saranno meno e si dovrà scendere a patti con la vita, o meglio con ciò che il destino offre: in una compravendita dove alla fine si sceglie l’offerta più congeniale alla propria vita. Dove ci saranno sia soddisfazioni che rimpianti.