L’omicidio di Emanuele Burgio, avvenuto alla Vucciria tra il 30 e il 31 maggio, torna ad occupare le prime pagine di cronaca. Due nuovi testimoni oculari raccontano dettagli inediti di quella notte.
L’omicidio di Emanuele Burgio
Emanuele Burgio (26 anni), figlio del boss mafioso Filippo Burgio, è stato ucciso con colpi d’arma da fuoco nel popolare mercato della Vucciria a Palermo, in via dei Cassari. Per il delitto, sono stati arrestati Matteo, Giovan Battista e Domenico Romano. Quest’ultimo, durante un lungo interrogatorio, ha ammesso che a sparare sarebbe stato il fratello Matteo, come peraltro ripreso chiaramente da una telecamera di sorveglianza. Sul movente, l’ipotesi più accreditata resta quella di un litigio riconducibile ai drammatici sviluppi di un sinistro stradale.
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Nuovi testimoni
A distanza di quasi un mese dal delitto, secondo quanto riportato dal Giornale di Sicilia, ci sarebbero due nuovi testimoni. Individuati dalla Squadra Mobile di Palermo, grazie alle immagini delle riprese di videosorveglianza, le loro versioni rivelerebbero particolari inediti su quella tragica notte.
Il racconto dei testimoni
Uno dei testimoni è Antonino Tinnirello, il quale avrebbe ammesso di essere stato in compagnia dei Romano la notte dell’omicidio. Tinnirello dichiara che sarebbe stato Burgio a chiamarli, insieme al proprio gruppo di amici, perché voleva parlare con loro. Una versione inedita rispetto a quanto ricostruito finora. L’altro testimone, Pietro Scelta, è invece amico della vittima. Scelta racconta di avere provato a convincere Burgio nell’evitare quel litigio, ma senza riuscirci. Fino al drammatico rumore degli spari. Le dichiarazioni di Tinnirello e Scelta sono state depositate agli atti del tribunale del Riesame, che domani deciderà sulle istanze presentate dai presunti assassini.