Nel mondo digitale è cambiato proprio tutto. Anche l’arte. Avreste mai pensato che un disegno potesse essere trasformato in una entità eterea e acquistare in tal modo ancora più valore? Io no. Eppure, è quello che è successo ad un’opera del misterioso artista britannico Banksy.
Nella Grande Mela, dove si sà, sonos empre un po’ più avanti, il disegno è stato bruciato a Brooklyn in diretta da un gruppo di appassionati di arte e tecnologia appartenenti ad una società di blockchain chiamata Injective Protocol.
L’opera, intitolata Morons (White) era stata acquistata per 96 mila dollari, circa 80 mila euro prima di essere bruciata e trasformata in NFT, ovvero “non fungible token”. Si avete capito bene, bruciata! Non ci credevo nemmeno io ma…ecco il video:
Perché questo folle gesto? Il motivo pare essere legato alla crypto art, un fenomeno in forte evoluzione con cui molti artisti, anche blasonati, stanno prendendo contatto. L’accaduto è stato registrato e pubblicato sulla pagina Twitter Burnt Banksy.
La provocazione del gesto
La provocazione del gesto è chiara, e anche l’opera non è casuale. Infatti, Morons (White) rappresenta una scena di un’asta d’arte che ironizza sui collezionisti di opere artistiche, chiamandoli appunto “imbecilli”.
L’azione estrema di bruciare un’opera di valore a favore di una versione digitale, dimostra il vero interesse che ruota attorno al mondo degli NFT e della blockchain. L’obiettivo è diffondere un nuovo mezzo di espressione artistica, convincendo artisti e appassionati di tecnologia ad utilizzare questa nuova forma d’arte. Chi acquisterà l’opera digitale sarà fornito di certificato ufficiale di autenticità fornito da Pest Control, agenzia di autenticazione di Banksy.
“Penso che Banksy apprezzerebbe quello che stiamo facendo poiché promuove anche la creatività e le idee iconoclastiche“, ha detto un rappresentante di Injective Protocol.
La rappresentazione virtuale dell’opera
Dopo aver bruciato il disegno ne è stata creata una rappresentazione digitale. Quest’opera virtuale ha le stesse specifiche di quella fisica, ovvero è riconosciuta come disegno autentico di Banksy. L’unico modo per avere l’opera è quello di acquistarla digitalmente sulla piattaforma OpenSea che ad esempio utilizza la blockchain di Ethereum. Il mondo della crypto arte con gli NFT si rifà quindi al più complesso meccanismo della blockchain. Il processo di dematerializzazione dell’arte corre sempre più veloce, dove molti artisti e collezionisti hanno deciso di investire nel digitale anche in settori delicati come quello dell’arte. Ma proviamo a fare più chiarezza.
La Crypto art
L’artista russo Vasilij Kandinskij diceva: “ogni opera d’arte è figlia del suo tempo e spesso è madre dei nostri sentimenti. Analogamente ogni periodo culturale esprime una sua arte, che non si ripeterà più”. Il linguaggio del presente è senza dubbio quello digitale, e questo condizionerà, di conseguenza, anche quello dell’arte.
Innanzitutto chi acquista un’opera digitale NFT diventa l’unico proprietario del prodotto artistico. L’opera non è replicabile in nessun modo e può essere tranquillamente rivenduta come una normale opera d’arte fisica. Il processo di digitalizzazione dell’immagine è a carico dell’artista che inserisce il suo contenuto digitale su una delle piattaforme di vendita come OpenSea, SuperRare, Async.art , Nifty Gateway e molte altre.
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I Non Fungible token (NFT)
Gli NFT, rispetto agli FT (fungible token), sono quindi beni digitali protetti da una certificazione di autenticità e proprietà tramite un token inserito all’interno del meccanismo blockchain.
Questi oggetti digitali, chiamati token, possiedono un loro codice unico e non replicabile e vengono venduti in crypto valuta, successivamente convertibile in denaro reale. La creazione di un contenuto digitale può o ispirarsi a un’opera reale e materica oppure essere un’opera completamente nativa digitalmente. Possiamo considerare la crypto art una nuova corrente artistica, sicuramente rivoluzionaria ma non per questo inautentica. La creazione di un’opera digitale non toglie la paternità all’artista ma anzi ne dichiara l’immortalità.
Inoltre un’opera virtuale con NFT non potrà mai subire danneggiamenti o deterioramenti come accade invece nell’arte fisica.
Ampliare il mercato dell’arte
Il contenuto digitale di un artista può essere venduto all’infinito tra i collezionisti e il creatore dell’opera riceverà il 10% da ogni transazione. Perché comprare un file digitale che possono vedere tutti? La domanda è lecita, ma la risposta è semplice. Solo l’opera che è riconosciuta dall’artista è considerata l’originale, tutte le altre non lo sono. L’acquirente è il proprietario del token unico dell’opera, che non può essere riproducibile. Tutto ciò permetterebbe di ampliare il mercato dell’arte, spesso chiuso ed elitario, anche ai piccoli investitori.
Quindi viene da chiedersi….l’arte non si appenderà più al muro ma si guarderà sotto forma di file? Probabilmente si. La crypto art è ormai un fenomeno reale e non transitorio. Per cui non parliamone al futuro, questo è il presente.