Sicilia – Hanno costretto la loro figlia, una ragazzina di 14 anni, a subire violenze anche sessuali, trasformandola in merce di scambio per cibo e denaro. È una storia di profondo degrado quella di una coppia di indigenti nel calatino: lui 49 anni, lei 41, hanno trattato la figlia come una cosa, spingendola con la violenza a una relazione sessuale perfino con il suo il padrino di cresima, un 43 enne. Dalle intercettazioni è emerso un quadro indiziario pesantissimo, tanto che la Dda di Catania ha chiesto e ottenuto dal gip del tribunale una misura cautelare ipotizzando i reati di concorso in riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale, sequestro di persona, cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale, tutti aggravati.
L’indagine era stata avviata lo scorso mese di novembre quando la ragazzina aveva 14 anni. È emerso che la giovanissima, utilizzata quale vera e propria “merce di scambio”, è stata ripetutamente indotta ad accompagnarsi al “compare”, il padrino di cresima, per il quale era costretta, tra l’altro, a sbrigare le faccende domestiche. L’uomo, un pregiudicato per reati contro a persona e in fatto di armi, le rimproverava spesso alcune manchevolezze, e avrebbe costretto la quattordicenne a un rapporto sessuale non consensuale, mentre in un’altra occasione l’avrebbe costretta a rimanere chiusa in casa, riempiendola di botte soltanto per essersi ribellata.
Il padre della ragazza, con numerosi e gravi precedenti penali anche per reati contro la persona, contattato da un’assistente sociale del comune di residenza per problemi di dispersione scolastica di un’altra figlia di dieci anni (tra l’altro anch’ella oggetto di interesse sessuale da parte del padrino della sorella), l’ha minacciata temendo visite domiciliari. I due uomini sono stati trasferiti in carcere, mentre la donna e’ stata trasferita nell'”Istituto a custodia attenuata per madri” di Avellino.