A inaugurare il ciclo di mostre pittoriche al MEC museum è Max Ferrigno. L’artista pop noto per le sue opere in stile manga, che per la prima volta s’ispira a modelle reali e analizza un ‘particolare’ fenomeno digitale e sociale.
Riferimenti alla realtà, rimandi all’estetica della Secessione viennese (Klimt e Von Stuck su tutti) e personaggi reali raffigurati in chiave manga. Dopo la prima esposizione fotografica dedicata a Steve Jobs, a inaugurare il ciclo di mostre pittoriche al MEC museum di Palermo (corso Vittorio Emanuele, 452) è ‘CamGirl’ di Max Ferrigno.
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Max Ferrigno
L’artista newpop nato a Casale Monferrato noto per fare della commistione tra cinema, iconografie nipponiche ed estetica manga la cifra stilistica delle sue opere. Una collezione di tredici opere, curate da Miliza Rodic che saranno esposte dal 1° luglio al 30 settembre 2021. L’artista piemontese, ma palermitano d’adozione, per la prima volta, s’ispira a modelle reali rispettandone le proporzioni anatomiche. Senza però abbandonare il suo inconfondibile stile.
CamGirl, 13 opere
“Finora e durante questi primi dieci anni di carriera la morfologia dei miei personaggi è sempre stata legata ai
canoni Anime e manga, quindi anatomicamente per certi versi sproporzionati. In questo caso, per la prima volta sperimento la proporzione reale. Solo gli occhi rimangono un po’ legati al mio mondo, perché oltre alle cromature si può, secondo me, rivedere la mia estetica negli occhi.” spiega Ferrigno.
A popolare le tredici opere di CamGirl, in un’esplosione e tripudio di colori accesi, intensi e dissonanti, sono perlopiù ragazze disinibite intente a mostrare un erotismo sfacciato, muse ispiratrici 2.0. Cosplayer super sexy, ammiccanti Pin-up e provocanti Suicide Girls dai grandi occhi lucidi, raffigurate tutte in costume e per la maggior parte con tatuaggi in bella vista sul corpo e che – trovandosi all’interno di uno spazio che omaggia il mondo Apple – fanno riferimento all’iconografia del brand della mela (morsicata) più famosa al mondo.
Le icone femminili di Ferrigno
CamGirl è dunque l’analisi di un fenomeno digitale e sociale che negli ultimi anni è dilagato sempre di più. Creando giri d’affari enormi e coinvolgendo persino star del calibro di Bella Thorne. “Già da tempo seguivo dei profili social di cosplayer e alt model per la realizzazione dei miei lavori. – dice l’artista- ma anche per capirne alcuni concept perché l’immagine femminile nel mio lavoro ha sempre avuto una presenza importante. E le mie icone femminili quasi sempre sono state influenzate dalle alt model, dalle cosplayer.
E seguendo l’evoluzione di queste performer, negli ultimi anni ci si è scontrati con piattaforme che vendevano alcuni servizi d’immagine e comunicazione. Quindi – continua Ferrigno – seguendo il percorso performativo-fotografico di alcune cosplayer ho iniziato a seguire quelle che più rispecchiavano la mia cerchia estetica, quasi da musa ispiratrice per i miei lavori; e facendo poi delle analisi legate all’iconizzazione pop del tema dell’industria pornografica, questa è diventata una sotto cartella che analizzata con Giuseppe Forello, abbiamo capito che poteva essere perfettamente inserita in un concept brandizzato Apple”.
Ispirandosi alla celebre Nuda Veritas di Gustav Klimt, Ferrigno ripropone inoltre motivi floreali e geometrie essenziali nella sua Pink Candy (una delle due CamGirl italiane presenti e scelte per questa collezione e anche l’unica con cui
ha fatto un lavoro di shooting ai fini della realizzazione dell’opera). Mentre, sempre sulla scia dalla Secessione, l’iconografia della sua Sia Siberia è un chiaro omaggio a “Il peccato” di Franz Von Stuck.
Orari e info su CamGirl
La mostra – visitabile gratuitamente solo su prenotazione dal lunedì al sabato (19.30- 22.00) – è stata fortemente voluta e ideata da Giuseppe Forello, architetto e imprenditore palermitano, nonché founder di MEC. Così commenta Forello il primo evento culturale post pandemia all’interno della struttura: “Abbiamo lavorato tanto a questa mostra, che finalmente oggi vede la luce. Sono davvero felice di ospitare e di investire nell’arte di Max. Oltre a essere un grande amico è per me un grande artista. In passato abbiamo collaborato diverse volte. Ma questa qui al MEC è la prima in assoluto. Non potrei essere più orgoglioso di inaugurare questo ciclo di mostre pittoriche con lui”.