Se dovessimo utilizzare una metafora universitaria, Palermo ha preso 17 all’ultimo esame ripetuto ennesime volte. Anche quest’anno il quotidiano economico Italia Oggi ha stilato la classifica delle città italiane per qualità della vita. Palermo sta al 99esimo posto, su 107 città prese in osservazione. Una posizione in meno del 2019, quell’anno fu 98esima. In questo 2020 la medaglia d’oro va a Pordenone, la medaglia d’argento a Trento. Da diversi anni le due città del settentrione si scontrano per lo scettro del vincitore.
Palermo bocciata per 7 parametri su 9
Palermo resta nel 4º blocco: quello in cui la qualità della vita è insufficiente. I 216,84 punti racimolati nella classifica generale la dicono tutta sulla regressione della città, il cui simbolo oggi è rappresentato da un’emergenza rifiuti sempre più problematica. Da giorni il capoluogo siciliano naviga, come il granchio Sebastian, in quel mare chiamato spazzatura. In base alle rilevazioni di ItaliaOggi, Palermo non ottiene la sufficienza in 7 dei 9 parametri presi in considerazione: affari e lavoro, ambiente, sicurezza sociale, istruzione, formazione, capitale umano, reddito e ricchezza, reati e sicurezza, tempo libero. L’indagine, sulla qualità della vita nelle città italiane, si legge dalla ricerca della rivista ha due obiettivi: “In primo luogo, stimolare il dibattito sui percorsi da intraprendere per incrementare il benessere (non solo economico) delle comunità locali; in secondo luogo, misurare e rendere di dominio pubblico il gap dell’azione politica e amministrativa, laddove tale gap può concretamente penalizzare la qualità della vita sia a livello individuale sia collettivo”.
Gli errori
Questa classifica cerca in qualche modo di evidenziare gli errori, per poter migliorare i punti deboli di una città. “La contrapposizione tra Centronord e Mezzogiorno non rappresenta l’unico paradigma interpretativo per spiegare le differenze nei livelli di qualità della vita tra le province italiane”. Così scrive ItaliaOggi, secondo cui è in prevalenza nelle province cosiddette minori, “non necessariamente collocate nel Nord del Paese”, che il livello di qualità della vita “è superiore a quello di molte aree metropolitane”. Da questa analisi sembra quindi che con meno cittadini si riesca a lavorare meglio e a gestire meglio i servizi pubblici per ogni singolo cittadino.
Palermo, comunque, meriterebbe di più.
Meriterebbe dei servizi migliori, delle possibilità lavorative migliori e spazi migliori. La colpa però non può essere data solo alle istituzioni, loro hanno colpe grandi, ma non uniche. Ogni singolo cittadino in parte è aiutante dell’omicidio efferato che si è fatto e si sta facendo alla nostra città.