E’ stata disposta dagli agenti della polizia municipale di Palermo la chiusura per 5 giorni al punto vendita Prezzemolo & Vitale di Via Principe di Villafranca. L’accusa è quella di aver trovato nei sacchetti della spesa di alcuni clienti che uscivano dal supermercato, bottiglie di vino, birra e spumante. E questo dopo l’orario consentito dall’ordinanza del Sindaco Orlando. Il fatto è avvenuto sabato pomeriggio. Alla titolare dell’esercizio commerciale è stata inoltre imposta una sanzione pecuniaria di 400 euro.
Ma l’azienda non ci sta, e ha deciso di adire a sua volta le vie legali.
Dalla pagine Facebook di Prezzemolo & Vitale si legge in un post la rabbia e la stanchezza per questo anno di norme ritenute a volte “assurde e cervellotiche”.
La rabbia di Prezzemolo & Vitale
“Abbiamo resistito e sopportato di tutto fino a pochi giorni fa- scivono su Facebook dalla loro pagina ufficilale- quando davanti all’ultima ordinanza del sindaco di Palermo – che vieta la vendita di alcolici dopo le 18 anche ai supermercati – abbiamo deciso di rivolgerci al Tar”.
Ma, nonostante il corso pendente, il punto vendita di via Principe di Villafranca è stato chiuso e sanzionato.
Il motivo per l’azienda è assurdo. “Perché un cliente è stato trovato all’uscita con una bottiglia di vino in mezzo a numerosi altri articoli, a dimostrazione che comunque aveva fatto una normalissima spesa e che non avrebbe certo stappato o brindato davanti al supermercato. Tutto questo è insopportabile per chi ogni giorno è costretto a fare ogni sforzo per tenere in piedi una attività”.
La società Prezzemolo & Vitale, è assistita dallo studio legale Palmigiano. L’avvocato Palmigiano spiega: “Riteniamo il provvedimento del sindaco illegittimo perché davanti ai supermercati non si crea alcun assembramento. Nessuno ha mai aperto una bottiglia nei paraggi di un punto vendita Prezzemolo & Vitale. Per di più il Comune, se ciò accadesse, dovrebbe sanzionare chi lo fa e non far gravare sui commercianti la sua incapacità di controllare. Sotto un profilo tecnico, il provvedimento del Sindaco sconfina in ambiti che non competono al Comune. La questione delle aperture e delle chiusure, ma anche dell’asporto e della somministrazione o vendita di alcol sono disciplinate a livello nazionale da norme che si allacciano alle fasce di colore”.
“Questa intraprendenza e incoerenza a livello locale- continua l’avvocato- crea solo un cortocircuito tra istituzioni e un danno economico agli operatori e alle attività commerciali, già massacrate da più di un anno di chiusure a singhiozzo e di divieti comunicati spesso poche ore prima dell’entrata in vigore”.