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Palermo, estate e sfruttamento: “Cerco giovani, 400 euro al mese dalle 8 alle 22”


L’estate è iniziata e con essa anche il ciclo di sfruttamento dei giovani lavoratori volenterosi. Da diversi giorni su siti, social e piattaforme si aggirano degli annunci di lavoro che sono assimilabili a paesi del terzo mondo.

In media i soldi offerti a Palermo per vari settori, da quello dei panifici alla ristorazione passando per il turismo, offrono un cifra settimanale di circa 100 euro. Ovviamente con tale somma è compreso un impiego lavorativo che va quasi dall’alba fino al tramonto. Così da vedere il sole nascere e tramontare nello stesso posto. 

Ad esempio un panificio scrive così e lo fa anche in maniera solenne: “Cerco ragazza banconista. 120 euro a settimana e giorno libero lunedì. Domenica mezza giornata invece. Dalle 8 alle 21, da dividerci in caso in turni”. L’aspetto più interessante è l’accostamento della parola part-time, a cornice dell’annuncio con urgente.

Perché l’assonanza tra la definizione di part-time ( contratto di lavoro che ha come peculiarità fondante un orario di lavoro settimanale, giornaliero o magari mensile, ridotto rispetto a quello previsto dalla legge) e quello proposto non c’è.


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Sfruttamento: “Cerco giovani, 100 euro a settimana dalle 8 alle 22”

Questo non è l’unico annuncio. È possibile trovarne una marea di proposte del genere. In molti hotel, anche rinomati, si propongono turni che vanno dalle 8 alle 15 e dalle 18 alle 02. Una sorta di maratona che poi alla fine vince chi resiste a questi ritmi fino alla fine dell’estate. 

Non sono meglio alcuni settori ristorativi, vicini a punti turistici e strategici, che applicano 10 ore di lavoro o anche più per un pugno di spiccioli. E molti giovani costretti dalle circostanza, dal voler rimboccarsi le maniche, dal voler farcela a tutti i costi accettano. Lo fanno con forza e vanno apprezzati, malgrado un’abitudine sfruttatrice che neanche la peggiore pandemia ha spazzato via. 


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”