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Palermo, il caso della Prof. sospesa: vinto il ricorso per “libertà di insegnamento”


Rosa Maria Dell’Aria, la professoressa di Palermo sospesa per aver permesso ai suoi alunni di accostare le leggi razziali ai Decreti Sicurezza dell’allora ministro dell’Interno Salvini, ha vinto il ricorso in tribunale per libertà di insegnamento.

Il Tribunale del Lavoro di Palermo ha accolto il ricorso dell’insegnante dell’Istituto industriale Vittorio Emanuele III, dichiarando illegittima la sua sospensione del 2019 e restituendole interamente lo stipendio negato. Il giudice ha riconosciuto non solo che la Prof. Dell’Aria abbia esercitato la libertà di insegnamento, ma che non sussista neanche la culpa in vigilando sull’operato dei suoi alunni, “perché se avesse controllato il contenuto dei loro lavori avrebbe violato la loro libertà di pensiero tutelata dalla Costituzione“.

Professoressa sospesa a Palermo: la vicenda

Durante un lavoro in classe per la Giornata della memoria, gli alunni della Dell’Aria, professoressa d’italiano da più di quarant’anni, avevano autonomamente accostato la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al “Decreto Sicurezza” dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Il provvedimento

La docente venne immediatamente sospesa per due settimane dall’ufficio scolastico provinciale, con conseguente dimezzamento dello stipendio. Il motivo? Non avrebbe attentamente vigilato sul lavoro dei suoi studenti. Una decisione che fece molto discutere, sia per la normativa vigente sulla vigilanza degli insegnanti che sul lavoro didattico degli studenti.


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Le reazioni

Diversi partiti politici e sindacati presero le difese della professoressa, nonché i suoi stessi studenti e i rappresentanti dell’Istituto. “La professoressa Dell’Aria si è limitata a fare una lezione sul fascismo e sull’Olocausto. Sono stati invece gli studenti a realizzare il video e ad accostare le leggi razziali e il decreto sicurezza del ministro Salvini, esprimendo una loro personale e legittima opinione“, dichiarò uno di loro. E ancora: “Siamo stati noi stessi a notare che in alcune parti il decreto sicurezza lede diritti fondamentali“.

Dopo tanta amarezza, il lieto fine

La professoressa Dell’Aria ha definito la sua sospensione come la “più grande amarezza e ferita” della sua intera vita professionale. “Quel lavoro non aveva assolutamente alcuna finalità politica né tendeva a indottrinare gli studenti, che da sempre hanno lavorato in modo libero come essi stessi hanno dichiarato anche agli ispettori arrivati in istituto a fine gennaio”. Ma oggi la vicenda finalmente si è conclusa, e con un bel lieto fine.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.