A Palermo per il ristoratore Nasser Charles è impossibile trovare giovani disposti a lavorare nel suo locale. E la colpa sarebbe tutta da intercettare al reddito di cittadinanza. “Ci voleva un articolo di giornale per riuscire a trovare nuovo personale?”. Così Nasser racconta tra le righe del Giornale di Sicilia.
Infatti l’imprenditore iraniano, prima di mettere l’annuncio di lavoro nel quotidiano cartaceo, non era riuscito a trovare nemmeno un giovane pronto a buttarsi nell’avventura ristorativa palermitana. In questi mesi il signor Nasser è rimasto sorpreso da come molti ragazzi di Palermo, interessati a lavorare nel suo locale, dopo aver sentito parlare di contratto sono spariti. “Facevano la prova, ma appena dicevo ‘Portami i documenti ti metto in regola’, nessuno tornava”. Qualcuno, dopo aver in un primo momento accettato, ha addirittura richiesto il licenziamento.
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L’ira del ristoratore: “Offro lavoro, ma i giovani preferiscono il reddito”
Dietro questo comportamento c’è solo una risposta: il reddito di cittadinanza. “Molto facile prendere 800 euro senza fare niente – commenta Nasser – perché la gente dovrebbe venire a lavorare da me se io offro lo stesso o solo poco più? Meglio rimanere a casa a non fare niente”.
Tutta questa situazione si va ad aggiungere alle chiusure arrivate in questi anni a causa del Covid. “Abbiamo riaperto a maggio, da allora cerchiamo dipendenti – afferma al giornale siculo – . Ieri abbiamo chiuso alle undici di sera perché eravamo in due e non riuscivamo a gestire un’intera sala”. A dare una mano, nei weekend, anche Ester. “Quando ho le ferie da lavoro, me le passo lavorando qui – racconta la biologa -. Ho iniziato nel reparto cocktail perché non avevamo dei ragazzi validi. Ci piantavano il venerdì pomeriggio quando stava per iniziare il fine settimana”.