E’ uno degli arrestati per la violenza ai danni di una diciannovenne, avvenuta al Foro Italico, a fare delle ammissioni via chat indicando anche i nomi dei suoi complici: “Eravamo in tanti, troppi, ma la carne è carne e le abbiamo fatto passare il capriccio”. Altri indagati intercettati: “Le faceva male ma era eccitata, ora finiamo tutti nella stessa cella…”
“Questa si chiama… su Instagram, ti giuro vero, questa è una p… ce la siamo fatta tutti, i ragazzi della via Montalbo eravamo tanti, una sassolata, io, Gabriele Trapani, il fratello di Giosuè, c’era Cristian un ragazzo delle case popolari e R… Eravamo un casino”. E’ una confessione bella e buona quella contenuta in un messaggio Whatsapp inviato da Angelo Flores, uno dei ragazzi arrestati per lo stupro di gruppo di una diciannovenne, avvenuto lo scorso 7 luglio al Foro Italico: è l’indagato – l’unico del branco che la vittima conosceva – a fare il nome dei suoi presunti complici, che sono stati bloccati dai carabinieri. Ma nelle chat di Flores emerge anche l’altra faccia della terribile violenza inflitta alla ragazza – e di cui lui stesso si diceva il giorno successivo “schifiato” – ovvero il modo in cui è stata vissuta dagli aggressori. E ciò che colpisce è la totale assenza di umanità ed empatia, come se la violenza fosse stata perpetrata su una cosa e non su una persona.
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“Finiamo tutti nella stessa cella, io mi ammazzo!”
Nel cellulare di Flores sono stati ritrovati anche due video che riprendono gli abusi sessuali e che lui stesso ha filmato, ma ad incastrare il gruppo sono anche una serie di intercettazioni captate al Comando provinciale dei carabinieri. I giovani sono stati arrestati in due momenti: Angelo Flores, Gabriele Di Trapani e Cristian Barone appena una ventina di giorni dopo l’aggressione, anche perché la vittima li ha identificati facilmente; R. P., diventato maggiorenne pochi giorni dopo i fatti, Elio Arnao, Christian Maronia e Samuele La Grassa sono invece finiti in carcere oggi. Ed è proprio tra l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare e l’altra che sono state registrate le conversazioni tra alcuni di loro, che temevano “di finire nel telegionale” e “tutti nella stessa cella”.
“Eravamo troppi, ma la carne è carne…”
Uno dei messaggi inviati a Flores è il seguente: “Figghiò me lo mandi il video pure a me, quello di là del Foro Italico?” e l’indagato avrebbe provveduto ad inviare il filmato. Ma poi non solo diceva chiaramente chi era con lui la sera prima, ma commentava anche l’accaduto: “Ieri sera niente, se ci penso un po’ mi viene lo schifo perché eravamo ti giuro 100 cani sopra una gatta, una cosa di questa l’avevo vista solo nei video porno, eravamo troppi, sinceramente mi sono schifiato un po’, ma che dovevo fare? La carne è carne, gliel’ho abbagnato pure io il discorso…”.
“Si è sentita pure male, l’abbiamo lasciata lì a terra: è finita a schifio”
Poi aggiungeva riferendosi alla vittima: “Dopo si è sentita pure male, si toccava là sotto piegata a terra… ‘Chiamate un’ambulanza’, ma va cacaci la minchia (forti risate, ndr) l’abbiamo lasciata lì e siamo andati via…”. Inoltre puntualizzava: “Ma chi la conosce a questa, mi aveva scritto una settimana fa: ‘Il mio ragazzo di qua, il mio ragazzo di là’ e gli ho detto: ‘Senti che dobbiamo fare, ci vediamo?’ e ci siamo visti e abbiamo fatto sesso. Ieri sera l’abbiamo incontrata alla Vucciria con tutti gli amici ed è finita a schifio…”.
La vittima ha riferito una versione diversa, ovvero di aver incontrato casualmente Flores alla Vucciria e di aver passato poi la serata con lui ed i suoi amici. Ha detto di conoscerlo, ma non di aver avuto rapporti sessuali consenzienti con lui. Anzi, il suo fidanzato ha detto agli inquirenti che l’indagato avrebbe già provato in passato ad abusare della giovane e che “sicuramente è lui che ha architettato tutto”.
“Le abbiamo fatto passare il capriccio…”
“Lei era tutta ubriaca – racconta ancora Flores via Whatsappp – l’amica sua l’ha lasciata sola, voleva farsi a tutti. Alla fine gli abbiamo fatto passare il capriccio”. L’interlocutore lo metteva in guardia: “Questa non è che se ne spunta che l’avete stuprata? Stai attento a questi video” e lui: “Ma infatti adesso li sto eliminando tutti, lo sto mandando solo a chi lo dovevo mandare perché non ne voglio sapere niente di questa storia…”.
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Il messaggio durante lo stupro: “Stiamo facendo un bordello con quella…”
Durante lo stupro, gli indagati avrebbero deriso la vittima, l’avrebbero picchiata ed umiliata, dicendole: “Amunì ca ti piaci” e “arripigghiati che mi si sta ammosciando”, vedendola inerme e completamente alterata dall’alcol bevuto in precedenza, su istigazione degli stessi giovani arrestati che le avrebbero fatto fumare anche una canna. Durante lo stupro Flores avrebbe anche mandato un messaggio Whatsapp: “Niente cucì, qua stiamo facendo un bordello con quella…”.
“Le faceva male, quello la struppiò…”
Dopo i primi tre arresti, i carabinieri hanno intercettato La Grassa, Arnao e Maronia, mentre erano nella sala d’attesa del Comando. Conversazioni dal “denso valore probatorio”, secondo il gip Andrea Innocenti che poi ha disposto il carcere per i tre. La Grassa afferma: “Ma quello che la struppiò di più è stato quello, come si chiama, Cristian…” e Maronia: “Cristian… Gabriele il Trapani (Di Trapani, ndr)… che se la f… stava f…, lei non voleva, faceva ‘no, basta!'” e La Grassa: “Vedi che oltre a questo, i pugni che…” e interveniva Arnao: “Minchia, che non ansimava più, faceva ‘ahia, ahia’… Le faceva male” e Maronia, scrivono i carabinieri “simula urla di piacere”. Ancora La Grassa: “I pugni che le davano e pure gli schiaffi…” e Arnao: “Ti giuro, ci fa il p… che la testa l’aveva dentro la m…, quello gliel’ha infilata e quello che cercava di metterglielo nel…”. La Grassa: “Non respira”, mentre Maronia commenta: “Era eccitata” e Arnao: “Questo a cavallo, così, quella là sotto e quello così”.
“Finiamo nella stessa cella, magari anche nel telegiornale”
I tre intercettati iniziavano anche a preoccuparsi. Maronia: “Qua la situazione si sta facendo seria, vedi, ora ci mettono tutti nella stessa cella!” e La Grassa: “Se viene mio zio l’ammazzo!”. Maronia quindi leggeva il capo di imputazione: “In particolare mediante percosse… ma niente, un macello c’è! Determinato dal loro numero, abusando delle condizioni di inferiorità psichica e fisica…” e La Grassa, mostrando il cellulare: “Non trovano niente”. Quindi Arnao: “Ma compà, ve lo immaginate se spuntiamo nel telegiornale? Nel telegiornale non ci spuntiamo? Mi ammazzo figghiò, io posso scappare, me ne posso andare in Messico!” e Maronia: “Compà io in America, in Venezuela”, mentre La Grassa: “Io me ne vado in Thailandia”.
Il gip: “Indagati spavaldi, machisti e indifferenti rispetto all’accaduto”
Per il gip “si coglie la consapevolezza dell’azione violenta e della realizzazione dei rapporti sessuali con modalità aggressive e violente – si legge nell’ordinanza – che avevano devastato fisicamente la ragazza (‘la struppiò’), la quale, secondo i loro ricordi, aveva detto ‘basta’, non lesinando però i correi commenti – spavaldi e machisti – sul fatto che, nonostante le grida di dolore ella fosse in realtà ‘eccitata'”. Inoltre afferma ancora il giudice “dalle loro parole si comprende come, benché moralmente del tutto indifferenti rispetto a quanto accaduto, fossero consci delle possibili conseguenze dei gravi fatti denunciati, vaneggiando su propositi di fuga all’estero”.