Grosso, Barzagli, Zaccardo e Barone. Senza considerare Luca Toni, con un passato a Palermo e un seguito alla Fiorentina. Diciotto anni fa il cielo era azzurro, sopra Berlino. Ma uno spicchio di rosanero aveva contribuito lo stesso a vincere la quarta Coppa del Mondo dell’Italia.
Diciotto anni dopo ci sarà solo un ex con un passato al Barbera. È Matteo Darmian, che a Palermo ha giocato nel 2010, tra campionato, Coppa Italia ed Europa League. Tra i giocatori che cercheranno di abbassare a torneo in corso le quote sull’Italia vincente dell’Europeo non ci saranno rosanero. E pensare che un tempo la squadra siciliana era un fiore all’occhiello del campionato di Serie A, sfornando campioni prestati alle diverse nazionali. Una in particolare: quella del 2006.
La Coppa del Mondo dei rosanero a Berlino
A metà strada tra epica e fantascienza, il Mondiale di Grosso in Germania lascia tracce indelebili nella memoria come quelle di Rossi nell’82 in Spagna. Il rigore procurato al 95°contro l’Australia è merito del terzino azzurro. Un’alchimia che unisce il guizzo dell’ex rosanero ai limiti del rettangolo verde, il tocco in area, tanto azzardato quanto ingenuo di Lucas Neill, e la forza di gravità che lo trascina a terra. L’1-0 contro la Germania è invenzione pura, un pò come lo smarcamento ad opera di Pirlo. Grosso inventa l’unica traiettoria possibile da quel fazzoletto di campo. Chiedere a Lehmann com’è andata. Infine, il coronamento del Mondiale è tutto negli undici metri che precedono quella corsa che profuma di impossibile, sotto il cielo azzurro di Berlino.
Ma la Coppa del Mondo in Germania è anche opera di altri rosanero. Come Andrea Barzagli, che parte da seconda riserva nelle gerarchie di Lippi. Entra agli ottavi nella sfida con l’Australia, dopo l’espulsione di Materazzi. Tiene testa nella trincea azzurra fino al 95°, quando Totti calcia il rigore del passaggio in semifinale. Gioca contro l’Ucraina, torna gregario in finale e alza la Coppa all’Olympiastadion. Poi c’è Cristian Zaccardo, che a modo suo riesce a trovare il modo di scrivere il nome di battesimo sul tabellino e di farsi ricordare in occasione del secondo match del girone. Sarà l’unico a violare la rete azzurra su azione in tutto il Mondiale. È il 26° del primo tempo, Italia – USA: cross dalla destra, deviazione di Cristian in area piccola, Buffon battuto. Il pareggio non condiziona il percorso azzurro verso la gloria.
E poi c’è Simone Barone, a metà strada tra inguaribile ottimismo, fiducia e spirito di sacrificio. La partita è Italia – Repubblica Ceca. Minuto 86. La sua corsa inutile entra nella storia. Simone divora almeno 50 metri di campo in parallelo a Pippo Inzaghi. Una corsa folle verso la porta di Peter Cech, sapendo che quella palla non arriverà mai tra i suoi piedi. E infatti Inzaghi dribbla e deposita in rete. Niente gloria per Simone. Ricordi migliori, invece, quelli di Luca Toni, che trova il modo di partecipare alla corsa azzurra verso l’Olympiastadion grazie alla doppietta contro contro l’Ucraina.
Nemmeno un rosanero nel collettivo di Spalletti agli Europei
A diciotto anni dal “cielo azzurro sopra Berlino”, il Palermo targato City Group non avrà il merito di portare alcun rosanero in Nazionale. Il destino della B è sempre avaro di convocazioni, nonostante nel passato recente Mancini abbia azzardato nomi insoliti per le gare di qualificazione: come Retegui (sconosciuto prima di passare al Genoa), Grifo e Gnonto, attualmente scomparso dall’orbita azzurra di Spalletti. A guardare il campionato del Palermo ,e le prestazioni dei rosanero nelle 38 di regular season, Matteo Brunori è probabilmente l’unico giocatore che potrebbe idealmente far parte della selezione azzurra, con ben 17 gol e 5 assist in B: esattamente come la stagione precedente. Matteo è il secondo miglior attaccante della storia del Palermo dopo Miccoli. Chissà cosa combinerebbe in azzurro…