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Palermo da spettacolo, a che servono le Hawaii quando c’è Capo Gallo – VIDEO


Palermo è certamente una meta interessante per l’estate. E uno dei suoi gioielli inestimabili è Capo Gallo. Quel piccolo damiante amato da chi sa apprezzare il mare. Una baia fatti di scogli, ma visitabile anche da chi ama la sabbia ai piedi.

Per raggiungerla basta attraversare la cittadina marittima. Arrivati lì, servono solo gli occhi per apprezzare la bellezza ad un passo da casa propria. La Riserva Naturale Orientata Capo Gallo, distante appena 12 km dal Teatro Massimo, in pieno centro città, è da considerarsi un luogo di conservazione della natura. Una sorta di serbatoio di biodiversità ed un assortimento di habitat prioritari.

Quel pezzo di mare, che si mescola perfettamente alla natura, non è solo bellezza per assetare gli occhi, ma anche importante campo di prova per naturalisti e specialisti di fauna e flora marina. Infatti la posizione strategica consente da anni lo studio scientifico nell’area.


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A che servono le Hawaii quando a due passi c’è Capo Gallo

I punti di accesso alla zona al momento sono 3. L’accesso orientale dalla Torre di Mondello, dove è possibile accedere alla riserva lungo un sentiero costiero che arriva al faro di Capo Gallo. Fino ad oggi si tratta di un ingresso a pagamento. Infatti la proprietà di tale sentiero è reclamata da un privato, che negli anni ha visto come nemici gli ambientalisti, i bagnanti ed anche le amministrazione locali. La situazione, comunque, non sembra essere cambiata.

Poi c’è un accesso occidentale. Da contrada Barcarello di Sferracavallo un breve sentiero conduce sino ad un’area attrezzata. E infine l’accesso meridionale: attraverso una strada comunale che inizia alle spalle di Partanna Mondello e costeggia Pizzo Sella.

Così una baia ad un passo da casa come Capo Gallo non ha nulla da invidiare alle onde delle Hawaii, frequentate da surfisti e turisti, o alla cristallinità delle acque delle tanto celebrate Maldive. La bellezza a portata di mano.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”