Ad Alia, in Provincia di Palermo, vi è un complesso di architettura rupestre avvolto nel mistero. Appena si potrà, se non lo conoscete ancora, vi consiglio vivamente di visitare questo luogo meraviglioso.
Le Grotte della Gurfa
Come si potrebbe erroneamente pensare, le Grotte della Gurfa non sono grotte naturali, bensì un monumento di architettura rupestre creato dall’uomo. Esse si trovano ad Alia e più precisamente nella Valle del Platani, in Provincia di Palermo, e distano dal capoluogo siciliano circa 80 km. Sulle origini di questo imponente complesso monumentale, vi sono ancora diversi dubbi. Come accennato si tratta di un monumento scavato nella roccia di arenaria rossastra che compone il nucleo della collina.
L’incredibile struttura delle Grotte della Gurfa
Gli ambienti ricavati nella roccia sono disposti su due livelli. Al livello inferiore sono stati scavati due grandi vani dotati di ingressi indipendenti comunicanti tramite una galleria. Quello che viene considerato il secondo vano, ha delle sorprendenti peculiarità: esso, infatti, colpisce in primis per le sue dimensioni (12,50 metri circa di diametro per 16 metri d’altezza) e per la singolare forma a campana che culmina in un foro centrale attraverso il quale entra la luce. Al piano superiore è possibile accedere tramite delle scale in metallo poste all’esterno della struttura. Il piano primo è composto da quattro ambienti di forma parallelepipeda di dimensioni più contenute rispetto a quelli del piano sottostante. Grazie ad un corridoio è possibile affacciarsi all’interno del grande vano campaniforme nel quale, si suppone, esisteva un collegamento verticale tra i due livelli.
Le ipotesi sulle origini arabe
Come accennato, le origini di questo imponente complesso sono incerte e di difficile datazione. L’idea che accomuna diversi studiosi è che l’intera struttura, utilizzata fino a pochi decenni fa, fu scavata in diversi periodi storici. Ciò significa che in momenti diversi siano stati probabilmente aggiunti degli elementi. Alcune tesi fanno risalire la sua costruzione al periodo di dominazione araba. Queste tesi sono supportate dal fatto che il nome Gurfa derivi da “Ghurf”, termine che in arabo significa “camera” e che è ancora in uso nelle aree berbere. In particolar modo la parola “Ghurf” indicherebbe ambienti scavati artificialmente nella roccia.
Le ipotesi sulle origini micenee delle grotte
Un’altra ipotesi vorrebbe che il nucleo principale fosse stato realizzato nel periodo del rame e corrispondesse alla thòlos. Secondo il Prof. Montagna questa struttura avrebbe accolto le spoglie di una personalità molto importante dell’Età del Bronzo, forse Minosse, Re di Creta. Egli, si racconta, trovò la morte nella città di Camico (centro della valle del Platani ancora non identificato), durante il suo viaggio per inseguire Dedalo. Gli storici parlano di imponenti cerimonie funebri in suo onore e di una grande sepoltura costruita da Dedalo stesso. Ad avvalorare questa tesi è il fatto che la thòlos della Gurfa sia la più grande conosciuta nel Mediterraneo.
Forse un antico granaio
Infine, durante la giornata di studio La Gurfa ed il suo territorio organizzata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche a Palermo nel 2009, la maggior parte degli studiosi ha attribuito al grande ambiente campaniforme l’originaria funzione di fossa granaria. La datazione anche in questo caso rimane incerta ma potrebbe risalire fra l’età tardo romana e bizantina.
Una volta terminata la visita di questo meraviglioso e misterioso complesso, soffermatevi sul panorama circostante e godetevi la splendida vista sulla valle.
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