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Papa Francesco si racconta. E dichiara: “Io mi vaccinerò, fatelo anche voi. Nessuno si salva da solo”



“Siamo stati travolti da una tempesta”, così Papa Francesco, intervistato dal Tg5, ha considerato la pandemia che ancora si sta ancora affrontando. La redazione di Videonews ha catturato tutta l’umanità, la genuinità e la grandezza di un Papa che sta col popolo e parla per il popolo. Dalle 20.30 è andata in onda l’intervista dedicata a Papa Francesco.

Durante la chiaccherata il capo del Vaticano ha parlato di come la società dovrà ripartire dopo il virus, almeno secondo la sua visione religiosa. Per lui esiste un modo per uscirne, ma cambiando alcune carte in tavola. “Ripartire da dove? Da una crisi non si esce mai come prima. Noi dobbiamo sperare di uscirne migliori”. E continua: “La grande sconfitta sarebbe uscirne peggiori”.

Gli obiettivi: fermare guerre e aiutare i più bisognosi

I temi fondamentali per il capo della Chiesa sono sempre quelli: fermare le guerre e aiutare tutti i bambini del mondo. “Noi siamo nella terza guerra mondiale. Quella che stiamo affrontando è una guerra a pezzetti. Come arrivare alla pace? È un problema da prendere sul serio. I bambini e le guerre, prima di tutto risolviamo questi due problemi”

Papa Francesco si vaccinerà

Poi è arrivato anche un duro attacco nei confronti dei negazionisti, di coloro che ancora si ostinano a negare l’evidenza. A negare la morte di migliaia e migliai di persone a causa di un nemico invisibile. “Tutti devono vaccinarsi. Devono farlo per l’etica. È un’azione per sè stessi e gli altri. Io mi sono prenotato per il vaccino nel Vaticano. Io mi vaccinerò al più breve”.

Non poteva mancare, come già fatto in varie occasioni, un ringraziamento a tutti coloro che continuano ad aiutare. “Grazie infermieri, medici, sacerdoti, grazie. Nessuno si salva da solo”

Francesco: “Abbasso alla cultura dell’indifferenza”

“C’è la cultura dell’indifferenza, che distrugge e allontana”. Così avviene la critica agli aspetti più crudi della società. E poi sostiene: “Dobbiamo aprire strade di speranza e non si devono scartare le persone definite inutili”. Questo è l’appello finale fatto da Framcesco. La vicinanza che ciascuno deve dare all’altro.

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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”