Girando tra le stradine di questo incantevole borgo medievale, ci si sente catapultati in una fiaba, immersi in un magico viaggio nel passato.
Percorrendo le vie di questo borgo medievale, l’atmosfera avvolge come un incantesimo, trasportandoti in una fiaba vivente.
Immerso tra le verdeggianti colline del Sannio, Sant’Agata de’ Goti si presenta come un autentico tesoro, un angolo intriso di storia e bellezza che invita alla scoperta. Perdersi tra le viuzze strette di questo borgo, immerso in un’atmosfera sospesa nel tempo, equivale a un affascinante viaggio nel passato. Ma cosa rende così unico e irresistibile questo luogo?
Il borgo di Sant’Agata de’ Goti
Definita la “Perla del Sannio“, Sant’Agata de’ Goti è un piccolo gioiello incastonato tra le colline beneventane, lontano dai percorsi turistici convenzionali. Il suo fascino si nutre della semplicità e dell’autenticità, un luogo dove il tempo pare essersi fermato. Le antiche dimore in pietra si affacciano su stradine sinuose, mentre le imponenti chiese romaniche dominano il paesaggio con la loro magnifica presenza.
Il tocco magico di Sant’Agata de’ Goti si svela già all’ingresso, attraverso un ponte antico che regala una vista mozzafiato sul borgo e sulle colline circostanti. Attraversare questo ponte è come compiere un salto nel passato, un preludio a ciò che attende all’interno delle sue mura.
Storia e origine del borgo
Il suo nome trae origine da una colonia di guerrieri Goti che, giunti dalla Sicilia, portarono con sé il culto di Sant’Agata. Questi guerrieri si stabilirono nel VI secolo, dopo essere sopravvissuti alla sconfitta di Totila nel 553.
Inserito nel Parco regionale del Taburno-Camposauro, il paese si trova in un ambiente naturalistico eccezionale. Situato ai piedi del monte Taburno, è circondato da colline e catene montuose, tra cui spicca il Colle dei Paperi, che raggiunge un’altitudine di 1323 metri.
Riconosciuto come uno dei Borghi più belli d’Italia, Sant’Agata dei Goti rappresenta una tappa imperdibile per chiunque desideri immergersi in un contesto di straordinaria bellezza.
Cosa vedere nel borgo di Sant’Agata
Il cuore del centro storico è veramente unico. Sorge su una terrazza di tufo, delimitata da due gole a parete verticale, scolpite nel corso dei secoli dai fiumi Riello e Martorano. La conformazione della città si sviluppa in un semicerchio lungo un chilometro. Nonostante possa apparire di dimensioni contenute, il borgo cela numerose sorprese.
Palazzi storici, chiese, elementi architettonici ed epigrafi si distribuiscono lungo la via principale e nei vicoli che convergono dalla parte più estrema del costone fino alla terrazza di Largo Torricella. Per evitare di perderti tra le molte meraviglie del paese, ecco elencate le più significative e caratteristiche:
- Castello ducale
- Palazzo Carbone e palazzo Viscardi
- Chiesa della S.S. Annunziata
- Chiesa di S. Menna
- Chiesa di S. Angelo in Munculanis, con la vicina chiesa di S. Francesco
- Duomo con la cripta medioevale
- Chiesa del Carmine
- Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
- Museo Diocesano e i luoghi alfonsiani
Nei dintorni
Essendo un luogo così unico, Sant’Agata dei Goti ha spesso servito da scenografia per diverse produzioni cinematografiche, tra cui “La mia generazione” con Silvio Orlando, Claudio Amendola e Stefano Accorsi, e “Si accettano miracoli” con Fabio de Luigi e Serena Autieri. Sfruttare un ambiente così affascinante risulta inevitabile.
Tuttavia, le opportunità non si esauriscono qui. Il borgo offre la possibilità di praticare trekking, cicloturismo o percorsi naturalistici lungo l‘acquedotto Carolino, riconosciuto come patrimonio Unesco dal 1997. Inoltre, si possono partecipare a visite guidate per esplorare i monumenti e le cavità sotterranee, fare escursioni sul Taburno sulle tracce dei briganti e visitare le storiche cantine Mustilli. Mentre si percorrono i sentieri circostanti la città, è comune avvistare cinghiali, volpi, fagiani, cornacchie e, con un po’ di fortuna, seguire il volo della poiana o del falco gheppio.
La ricchezza dei prodotti locali è altrettanto notevole. Queste terre sono celebri per il rinomato vino Falanghina, l’olio extravergine d’oliva e la mela annurca, una delle varietà più pregiate d’Italia. Da quest’ultima deriva un piatto tipico, le mappatelle all’annurca, imperdibili per gli appassionati della buona cucina.