Qualche settimana fa, Giada Lo Porto, pubblicava un articolo su Younipa circa il modo di prendere appunti e devo dire che l’ho letto con molto interesse, anche perché mi rendo conto, da docente di liceo, che c’è una difficoltà oggettiva nel fare questo da parte degli studenti.
Tutto ciò è dimostrato dal fatto che spesso oltre le domande circa i concetti spiegati, mi ritrovo a “dettare” proprio quei concetti per dare la possibilità a tutti di poterli appuntare sul quaderno. Al di la però del prendere appunti, un’esigenza prioritaria per lo studente universitario è quella di organizzare e pianificare il proprio lavoro.
All’università non ci sono più le verifiche quadrimestrali né tanto meno i professori che “inseguono” gli alunni per potere avere una valuatazione, ma lo studente è lasciato solo, allo sbando dato che rischia di perdere del tempo prezioso che comincerebbe a fargli accumulare “crediti” per uscire fuori corso.
La soluzione? Sono convinto che ognuno conosca bene la risposta alla questione, ma le distrazioni quotidiane e le belle giornate che questa nostra terra offe già a partire da questo periodo, non sono di grande aiuto. Posso consigliare però una cosa, forse sembrerà stupida, ma mi permetteva, quando frequentavo la Facoltà di Filosofia, di essere sempre in anticipo sui tempi che io stesso mi ero dato… come facevo? Beh in realtà prendevo in giro il tempo stesso… tranquilli, non è un concetto filosoficamente astratto quello che vi propongo, ma si tratta di procedere così: solitamente uno studente pianifica il proprio lavoro preventivando correttamente i tempi ma non gli imprevisti.
A questo punto entra in gioco la “presa in giro del tempo” facendo in modo che la progettualità si fondi su tempi che sicuramente io non solo rispetterò, ma anticiperò. Cerco di spiegarmi meglio… invece di programmare in 5 giorni la lettura di 10 capitoli di un testo (traguardo che io reputo magari alla mia portata), ne programmo solamente 5.
Qualcuno mi dirà che i tempi così si allungano e io rispondo che in realtà si abbreviano, dato che io sono consapevole e convinto che giornalmente posso fare più di un solo capitolo. Quando il primo giorno e il secondo giorno del mio studio io non avrò rispettato il programma in quanto avrò fatto magari 3 capitoli invece di 2 sarò già in vantaggio sulla tabella di marcia, quindi se incontrerò qualche imprevisto che rallenterà il mio studio, come dire, sarà già stato preventivato e non mi troverò con l’acqua alla gola. Tutto ciò sembra banale e forse lo è, ma vi posso assicurare che speciale mete all’inizio del percorso universitario può funzionare.
Spero di essere stato chiaro e se qualcuno giustamente dirà che si tratta di una sorta di “auto presa” in giro, beh che dire, se questo può servire ad anticipare i tempi che ben venga. Dunque cari ragazzi, agende alla mano (a proposito, si usano ancora ?) e pianificazione “per difetto” della vostra tabella di marcia.
Un’ultima riflessione però mi sento in dovere di fare e riguarda il tipo di consiglio che ho dato; si tratta di un consiglio relativo ad un tipo di studio finalizzato esclusivamente a “dare la materia” però ricordate che lo studio universitario non può e non deve limitarsi a quello.
Io dico sempre ai miei alunni che una cosa è studiare per dare le materie, mentre altro è studiare per se stessi. Lo studio per se stessi non può essere pianificato né tanto meno progettato sui fogli di un’agenda. Lo studio per sé e la propria persona è fondativo ed è un tipo di studio continuo, si fa di giorno come di notte e non può avere dei tempi tecnici da rispettare perché dovrà durare tutta la vita.
Un’idea che condivido pienamente. Con un’unica considerazione personale: non ci prendiamo in giro quando pianifichiamo per difetto, bensì quando pianifichiamo in maniera precisa. Sappiamo benissimo che ci possono essere degli imprevisti, ma facciamo finta di non pensarci per goderci dei giorni di vacanza in più. Siamo davanti a due scelte: 1) prendere in giro noi stessi pianificando in maniera precisa; 2) prendere in giro il tempo, pianificando per difetto. A ognuno di noi la scelta.