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Perchè i “babbaluci” sono simbolo del festino di Santa Rosalia e come prepararle


I Babbaluci: Un Simbolo del Festino – U Festino, la festa più importante di Palermo, è chiamata così non per sminuirla, ma per sottolineare la sua grandezza e importanza.

È una celebrazione a cui nessun palermitano rinuncerebbe mai, grazie alla profonda devozione verso la “Santuzza”, Santa Rosalia.

Il Ruolo del Cibo nel Festino

Come in molte feste palermitane, religiose e non, anche nel Festino di Santa Rosalia il cibo occupa un ruolo centrale. I piatti semplici e popolari riflettono le origini umili di questa celebrazione, che risale a quasi quattro secoli fa. Durante i festeggiamenti, le vie di Palermo, in particolare il Foro Italico dove si conclude la sfilata del carro della Patrona, si riempiono di aromi deliziosi provenienti dalle numerose bancarelle.

Le Bancarelle Tradizionali

Le bancarelle offrono una vasta gamma di specialità palermitane. Tra queste, spicca quella del siminzaro (venditore di semi di zucca, mandorle, nocciole, lupini) decorata con pitture dei carretti siciliani e l’immagine di Santa Rosalia. Accanto, troviamo la bancarella del turrunaru (venditore di torrone) che prepara e taglia a vista la cubaita, un tipo di torrone, esponendo varie tipologie di dolci, incluso il tradizionale “gelato di campagna”.

Il Cibo di Strada

Tra le bancarelle non mancano quelle del panellaro, del venditore di pane ca’ meusa, del purparu che offre polpo, cozze e ricci, e dello sfincionaro. Inoltre, ci sono venditori di fichi d’India e pannocchie bollite (“pullanca”). Per i veri palermitani, però, il Festino non è completo senza “u’ muluni” (anguria) e i babbaluci (piccole lumache terrestri).

I Babbaluci: Un Simbolo del Festino

I babbaluci sono un piatto immancabile durante il Festino. Si raccolgono sugli steli rinsecchiti di piante erbacee o cardi spinosi e sono più buoni da mangiare dal 13 giugno a luglio. L’origine del nome probabilmente deriva dall’arabo “babush” o dal greco “boubalàkion”. Gli antichi Greci e Romani conoscevano già queste lumache e le utilizzavano anche in medicina popolare.

Proprietà e Consumo

Dal punto di vista organolettico, i babbaluci hanno carni tenere, con pochi grassi e proteine simili a quelle del pesce. Il vero palermitano ama mangiarli “cu scrusciu” (con il rumore del mollusco risucchiato), praticando un piccolo foro nel guscio per facilitarne l’uscita. Un antico detto recita: “ziti a vasari e babbaluci a sucari nun ponnu mai saziari” (i fidanzati da baciare e le lumache da succhiare non saziano mai).

Ricetta dei Babbaluci

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Ingredienti:

  • 1 kg di lumache
  • 1 testa d’aglio
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale e pepe

Preparazione:

  1. Mettere a bagno le lumache per un’ora.
  2. Lavare ripetutamente sotto l’acqua corrente fino a quando l’acqua risulterà pulita.
  3. Mettere in un tegame capiente, coprire d’acqua e lasciarle riposare per mezz’ora.
  4. Portare a bollore a fiamma bassa, cuocere per 15 minuti, scolare e mettere da parte.
  5. Preparare un soffritto con olio e aglio tagliato a pezzettini.
  6. Pulire e sminuzzare il prezzemolo.
  7. Mescolare le lumache con aglio soffritto e prezzemolo, salare e pepare.

Buon Festino a tutti! Venite a Palermo per vivere questa straordinaria celebrazione e gustare le delizie culinarie che la nostra città ha da offrire.

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