Il rito di “fare la scarpetta” rappresenta un’usanza culinaria intrisa di tradizione e convivialità nel contesto italiano.
Praticare la “scarpetta” implica raccogliere il sugo residuo nel piatto mediante un pezzo di pane. Tuttavia, quale sia l’origine di questa peculiarità?
Di fronte a un delizioso sugo rimasto nel piatto, è davvero complicato resistere all’atto di “fare la scarpetta”, gesto che, contrariamente a quanto molti credono, è perfettamente accettabile (in situazioni specifiche) anche secondo il Galateo.
Ma da dove proviene questa simpatica espressione? Esistono diverse teorie riguardo all’origine di questo modo di dire, nato nelle regioni meridionali d’Italia e successivamente diffusosi su scala nazionale nel corso degli anni. Esploriamo ora insieme le ragioni per cui si utilizza l’espressione “fare la scarpetta”.
Significato: “fare la scarpetta”
L’espressione “fare la scarpetta” rappresenta un modo amichevole e diffuso in Italia per indicare l’atto, solitamente compiuto al termine di un pasto, di immergere un pezzo di pane nel sugo rimasto nel piatto, procedendo così a una sorta di “pulizia”. In modo più specifico, secondo l’Enciclopedia Treccani, si tratta di “raccogliere il sugo rimasto nel piatto passandovi un pezzetto di pane infilzato nella forchetta, o più comunemente tenuto tra le dita”.
Il Galateo e la “scarpetta”
Come precedentemente accennato, il Galateo, termine che denota il complesso di regole comportamentali che guidano la buona educazione, non vieta l’atto di fare la scarpetta. Tuttavia, il Galateo specifica che questo gesto è consentito solo in contesti informali e rigorosamente utilizzando la forchetta, mai le mani.
L’origine dell’espressione
L’espressione “fare la scarpetta”, originaria dell’Italia meridionale, ha un’origine dibattuta, con diverse teorie che cercano di spiegare il motivo dietro l’uso di questa locuzione per descrivere l’azione di immergere una fetta di pane nel sugo rimasto nel piatto.
La prima teoria propone che questa espressione sia una sorta di metafora, associando il pane utilizzato per fare la scarpetta a una scarpa: così come una scarpa raccoglie tutto ciò che calpesta, il pane raccoglie il sugo presente nel piatto.
Un’altra ipotesi si collega sempre al mondo delle calzature, ma fornisce una spiegazione basata sulla visualizzazione stilizzata del pezzo di pane che, spinto con il dito per raccogliere il sugo dal piatto, assomiglierebbe a una scarpa con una gamba che esce fuori da essa.
La terza teoria legata all’origine dell’espressione “fare la scarpetta” fa riferimento alla parola “scarsetta”, intesa come povertà, suggerendo che le persone meno abbienti erano costrette ad accontentarsi del poco cibo disponibile, guardando nel piatto degli altri e sperando di raccogliere gli avanzi.
L’Enciclopedia Treccani, tuttavia, sottolinea che l’origine dell’espressione “fare la scarpetta” non è chiara, con alcune interpretazioni che la collegano a una pasta alimentare dalla forma concava, facilitando la raccolta del sugo residuo, e altre che suggeriscono che il nome si riferisca all’oggetto scarpetta, alludendo a un’azione da “morto di fame”. In ogni caso, la Treccani definisce “non trasparente” l’origine di questa espressione.
Quanto al Grande Dizionario della Lingua Italiana (GDLI), indica che la locuzione “fare la scarpetta” è stata utilizzata per la prima volta nell’italiano scritto nel 1987.