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Pericoli per i più piccoli, aumentano del 77% i casi di pedopornografia


I più giovani devono stare attenti a comprendere le opportunità e le problematiche legate alla rete. “Il web è straordinario. Ma può anche diventare uno strumento di morte. Per questo i genitori hanno un ruolo fondamentale. Troppo spesso lo immaginiamo come un luogo sicuro perché confinato in casa, è invece molto più pericolosa di tanti luoghi aperti”. 

Sono queste le parole del capo della polizia Franco Gabrielli, davanti a un convegno in streaming con oltre 200mila studenti di tutta Italia, che ha messo in guardia i più giovani dai rischi di navigare su internet.

Gabrielli è intervenuto all’evento “Cuoriconnessi”, organizzato dalla polizia di Stato e da Unieuro, nell’ambito della Giornata mondiale per la sicurezza su internet.

L’obiettivo è sottolineare come “la prevenzione deve prevalere, perché prevenire è rendere consapevoli e indicare i rischi che uno spazio così importante di libertà può avere. Dato che con la repressione invece “lo stesso spazio può rischiare di essere confinato”

I numeri e casi sulla pedopornografia

Dall’attività investigativa, ha spiegato il direttore della polizia postale Nunzia Ciardi, è emerso come nel 2020 ci sia stato un boom di cyber-reati, molti dei quali hanno avuto come vittime – ma anche come responsabili – i minorenni: +77% di casi di pedopornografia, adescamento, cyberbullismo, sextortion, truffe online, furto di identità digitale rispetto al 2019, ma anche +90% di indagati.

Secondo l’Osservatorio scientifico no profit «Social Warning-Movimento etico digitale», il 22% dei ragazzi è connesso 24 ore su 24, mentre il 39% naviga senza alcun limite da parte della famiglia, che nel 70% dei casi non vigila in alcun modo rispetto all’utilizzo dei social. Un valore doppio rispetto al 2019.

Sono numeri che uniti tutti insieme, nella tessitura del racconto, rappresentano uno scenario di preoccupazione. Per i più piccoli, ma anche per chi ne fa le veci. 


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”