La polemica infiamma i ristoratori già da qualche giorno. La conferma del coprifuoco fino alle 22, almeno fino a maggio inoltrato, non piace a chi è proprietario di pizzerie, ristoranti o un bar. Perchè, soprattutto nel nostro Paese, l’usanza è quella di andare a cena tardi, intorno alle ore 21.00. E con il coprifuoco confermato alle 22 ciò sarà sicuramente impossibile.
Polemica sul coprifuoco, fino a che ora si può stare seduti al tavolo del ristorante?
Ma oggi è arrivata la precisazione. “C’è stata qualche polemica sul coprifuoco e sulla difficoltà per i ristoratori ad erogare i propri servizi la sera. Ma voglio chiarire un punto: chi va a cena fuori può stare tranquillamente seduto al tavolo fino alle 22 e poi, una volta uscito dal locale, far ritorno a casa senza alcun rischio di ricevere sanzioni”. Lo chiarisce la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, intervistata da ‘Il Messaggero’.
E, parlando dell’ultimo decreto, osserva, “si poteva fare di più, ma qualcuno voleva fare molto di meno. Le riaperture sono una vittoria per gli italiani. Quasi tutta Italia è in zona gialla, i nostri ragazzi tornano a scuola, ripartono tante attività economiche”.
“I dati dei contagi stanno migliorando costantemente e la campagna vaccinale è entrata nel vivo: ormai siamo quasi a 400mila inoculazioni al giorno. Se continua il trend positivo a metà maggio – assicura – si cambia il coprifuoco e il nostro obiettivo è quello di abolirlo. Si riaprono nuove attività”. Poi aggiunge, “dal 1 giugno vogliamo i ristoranti al chiuso aperti anche a cena, vogliamo che riparta il settore del wedding e va risolto l’incidente sui centri commerciali che devono poter aprire anche durante i week end”.
Rispondendo ai rilievi del leader della Lega Salvini, afferma: “Tutti vogliamo riaprire il prima possibile. Con lo scorso governo l’eccessivo rigorismo ha creato situazione complicate per il Paese. Adesso stiamo lentamente riportando l’Italia alla normalità. Ma tutto deve essere graduale, il virus è ancora tra di noi e non possiamo correre il rischio di sciupare il buon lavoro fatto sinora”.