Vi spiego brevemente: per iscriversi all’università dovete calcolare il vostro ISEE; in base alla cifra che esce fuori si è classificati in alcune fasce (dalla 1 alla 27). Il tutto viene raccolto in una tabella, che suddivide verticalmente le fasce di reddito e orizzontalmente l’area della vostra facoltà (ad esempio la mia è Area Umanistica. Ogni area ha prezzi diversi). L’incrocio delle due variabili (credo si possano chiamare così), porta alla cifra che dovrete versare nelle tasche dell’ateneo per iscrivervi. A questa cifra, dovete aggiungere ben 140 euro di “tassa regionale” e 16 euro di bollo.
L’università, però, consente ad alcuni studenti di avere delle riduzioni (credo sia anche una legge).
Nel mio caso, i requisiti per avere queste riduzioni erano due:
– appartenere a una fascia di reddito compresa fra una cifra x e una cifra y (es. tra 5.000 e 15.000)
– aver ottenuto 25 crediti nei dodici mesi antecedenti il 10 agosto precedente la relativa iscrizione (traduzione: tra l’11 agosto 2016 e il 10 agosto 2017).
Chi soddisfa questi requisiti, a questo punto, deve sottrarre al proprio valore ISEE la cifra di 13.000. Al risultato trovato bisogna applicare il 7% (es. 15.000-13.000 = 2.000. Il 7% di 2.000 è 140. 140 sarà la cifra che dovrete pagare, ovviamente minore a quanto risulta nella tabella). Il risultato finale darà la cifra da dover pagare che contiene la riduzione in questione.
Casualmente, e aggiungerei purtroppo (poi capirete perché), io soddisfo entrambi i requisti, dunque posso usufruire della riduzione delle tasse. Al momento del calcolo totale (che si effettua sul sito dell’università), però, l’importo da versare all’ateneo risulta nettamente superiore a quanto dovrei pagare ANCHE SENZA alcuna riduzione (ovvero prezzo della tabella+tassa regionale+bollo).
Questa mattina, dopo ore di attesa, lezioni saltate, ritardi vari e sballottamenti tra una stanza e un’altra della segreteria di Unipa, mi viene spiegata la situazione: “L’università ha sbagliato a stilare le tabelle. La tua riduzione, per il tuo caso, diventa una maggiorazione. Il sistema, applicando la legge con i requisiti citati sopra, applica la riduzione in automatico e per un errore della tabella caricata nel sistema, anziché pagare di meno devi pagare di più (100 euro). Non c’è soluzione“.
Ergo, doppia fregatura: non solo devo pagare di più di quanto dovrei, ma al posto di avere una riduzione ho una maggiorazione; ovvero, al posto di levarmi soldi dal totale me ne aggiungono. Il tutto, perché tra i requisti presenti io ho ottenuto 25 crediti avendo dato più materie e, per logica, avendo studiato di più. Se non avessi dato anche una materia da 9 crediti nell’arco di tempo scritto sopra, tutto questo non sarebbe successo. Il “merito” di aver ottenuto quei 25 crediti, quindi, mi sta portando ad un AUMENTO delle tasse da pagare.
In conclusione? Non so che fare, ma questi soldi non ho intenzione di regalarli, tantomeno all’università.
Queste tabelle sono sempre sbagliate. Qualche furbetto sicuramente dopo diversi anni si farà le vacanze a spese nostre.