«Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con la biro, quello con la pistola è un uomo morto».
Cito Roberto Benigni, non solo perché adoro la sua lingua biforcuta, ma anche e soprattutto perché questo detto contiene tra le righe dell’ironia una verità fondamentale. La scrittura è vita, la scrittura è bellezza, la scrittura è arte.
Sono finiti da un po’ i tempi romantici dello scrivere su carta – forse non del tutto, perché c’è ancora qualche anima buona che non rinuncia all’odore di un foglio bianco in cui creare dal nulla segni, simboli, fantasia (tipo me) – ma, che se ne dica bene o male, che dispiaccia o no, la carta è stata sormontatata dalla scure dell’innovazione.
Se ciascuno di voi fa caso alla propria esperienza quotidiana, deve ammettere che usa molto di più la tastiera della penna o della matita. O no? Certo, avete ragione. Volete mettere il tempo che si risparmia digitando alcuni tasti su un pc rispetto alla “fatica” che concerne l’uso di carta e inchiostro? Tutto giusto. Lo faccio anch’io ammetto. Per risparmiare tempo ma soprattutto perché odio la mia calligrafia e, diciamocela tutta, rileggere un testo su uno schermo è molto più semplice e chiaro. Quante volte scrivendo di fretta o prendendo appunti vi capita di non capire qualche termine (le m sono delle m, non si confondono con le n, le u o altro).
Sì sì sì, tutto corretto. E giusto, ripeto.
Ma vedete, l’altro giorno, girovagando sul web, sono incappata in una notizia che mi ha fatto rizzare i peli del braccio: In Corea del Sud vogliono eliminare i libri scolastici entro il 2015. Già proprio così, basterà un tablet: subito eBook e libri elettronici.
Ora questa concezione – come ben sapete e com’è già successo in altri casi – potrebbe diffondersi e divenire reale in tutto il resto del mondo. Ma – mi chiedo – una scuola dove non esiste più la scrittura è davvero una scuola?
Tra i pro c’è sicuramente la riduzione dei costi. Pensate ad esempio se, nella vostra università, da un giorno all’altro non si dovessero più comprare manuali giganti o fotocopiare pagine su pagine di dispense. Tutto online. Allettante no?
Ma, indagando i contro, non posso fare a meno di pensare a ciò che si perde. L’odore di una pagina mista a caratteri neri, il vento che si solleva dal semplice gesto di sfogliare una pagina e che accarezza il viso. E tante altre piccole sfumature che – chi ha letto almeno un libro nella sua vita – conosce e saprebbe descrivere alla perfezione.
La calligrafia inoltre – tanto amata o odiata – è un esercizio che allena la mente e la mano. In altre parole, esercitarsi a scrivere, nei bambini, forma la loro mente e la loro capacità trasformativa della realtà.
Vogliamo davvero perdere tutto questo?
Che ne pensate? Preferite studiare sui libri o provare a studiare su e-book e tablet?