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Provate a non emozionarvi. Gli abbracci natalizi all’AIAS di Palermo


Natale è arrivato. Anche l’azienda medica Aias, come tanti altri specialisti nel settore medico, ha cercato di normalizzare questo Natale 2020. I divieti erano tanti e per placare il proliferarsi della pandemia da Covid-19 si sono attuate delle restrizione anche e specialmente nel settore medico. Per gli ospiti dell’AIAS, che non si sono potuti stringere con il calore dei familiari, degli amici e dei parenti, qualche giorno fa, durante la vacanze di Natale, sono arrivate delle sorprese incredibili e felici. 

Il post dell’Aias

“Le carezze della mamma guariscono tutte le ferite. Al Centro Residenziale Aias di Palermo è stata inaugurata la “porta degli abbracci” e l’emozione ha travolto tutti”. Questo è stato il post dell’Aias pubblicato su Facebook . Nello scatto si vede una mamma, che presa dall’emozione, abbraccia sua figlio, col massimo delle restrizione, nella camera degli abbracci. L’invenzione viene dall’America. La mamma protagonista della foto si lascia andare ad un pianto liberatorio. Spesso, durante l’emergenza sanitaria, c’è stato il rischio di abbandonare coloro che avevano handicap e disabilità gravi. Ma le aziende sanitarie non si sono lasciate abbattere. 

Le camere degli abbracci

Le camere di materiale trasparente sono diventate uno strumento per poter comunque dare affetto e riceverlo. Questo tipo di camera è uno spazio completamente isolato, una stanza che consenta ai parenti di avvicinarsi ai loro familiari con delle barriere protettive in vetro e in alluminio a tutta altezza, e in tutta sicurezza. Nella stanza degli abbracci, ospiti e congiunti possono parlarsi e toccarsi grazie a dei guanti e in più vi sono due postazioni, chiamate emozioni dell’abbraccio, dove viene sperimentata una nuova tecnica che consente anche di toccarsi e stringersi, pur restando separati e protetti da possibili contagi.

Che cosa è l’Aias?

L’Aias è un’associazione privata senza scopo di lucro che opera per tutelare e promuovere il diritto delle persone disabili alla riabilitazione, alla salute, all’istruzione, al lavoro e all’integrazione sociale. 


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”

1 risposta

  1. Davide Candia

    Grazie infinite per questo articolo. Mio fratello andava all’aias. Buon Santo Stefano