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Quando l’Esame all’Università diventa un incubo


Esame da Incubo – Erano passati solamente due mesi da quando mi iscrissi per la seconda volta all’Università…

Stavo per fare un esame di una di quelle “materiuccie” da 6 crediti, neanche troppo difficili, ma con un professore terribile.

In quanto studente-lavoratore non avevo molto tempo libero per seguire tutte le lezioni, quindi, dopo averci provato per un breve periodo, ho capito che forse era meglio (soprattutto per me che avevo poco tempo) dedicare quel tempo allo studio.

Quindi, dato che avevo solamente la mattina a disposizione, decisi allora di starmene comodo a casa a studiarmi l’intero manuale consigliato dal professore durante la prima lezione per affrontare l’esame.

Un malloppo di 600 pagine

Mi presentai al 2° appello dell’esame (ai tempi ne avevamo solo due) convinto e sicuro di quello che avevo studiato.

Il professore inizia la sua classica strage e riceve anche numerose lamentele che lo fanno parecchio incazzare.

Improvvisamente nessuno si alzava più per andare a sedersi di fronte a lui.

Continuava il suo appello e, cognome dopo cognome, c’era praticamente il vuoto.

«Con lui in queste condizioni non ci vado a sedermi, mi rimanda sicuro! Preferisco farlo alla prossima sessione ed evitarmi sta figura di me**a».

Questa era il pensiero comune di tutti gli studenti che mi stavano intorno.
Ovviamente l’appello continuava ed il vuoto attorno a lui continuava a diventare sempre più grande.

Gli studenti si alzavano, ma per tornarsene a casa senza neanche provarci.
Allora, giusto il tempo di incazzarsi come si deve che viene il turno di un povero ragazzo ingenuo e volenteroso ma impavido e determinato, io.«Guarino»…chiamò «Eccomi!!»…risposi io.

Scendendo le scale con un sorriso a 32 denti, tirato fuori spontaneamente quasi come un segnale di sfida.

PROF:«E allora signor Guarino, a lezione erano in 20 e lei non era tra questi…come mai?”(“cominciamo bene! Vabbe’, adesso che gli dico il motivo magari con il fatto che lavoro capirà”…pensai speranzoso).

IO: «Beh prof…perché io lavoro e non ho avuto modo di seguirle!”»

PROF: «Mhm…ma la sa bene la Costituzione? Altrimenti può tornarsene a casa direttamente ora!»
[Iniziò il panico nella mia testa. Le premesse non erano assolutamente delle migliori, e poi…Chi ca**o…la sapeva BENE la costituzione?]

IO: «…..sì!».
[Risposi istintivamente. Ovviamente mentivo!]

PROF: «Bene, allora mi dica l’art….».

IO: «Ehh…….sì! L’articolo parla di…”«.
[“Dai che la so!”…E inizio a dire tutto quello che mi passava per la testa]

PROF: «A parte che non le ho chiesto di dirmi di cosa parla, ma le ho chiesto l’articolo. Comunque È sbagliato!».

IO: «Ah…».
[Sentii un fuoco dentro come se ci fosse scoppiato un incendio nel mio stomaco. E le fiamme salivano velocemente verso l’alto, praticamente fino al collo. Ma rimasi compatto e cercavo in tutti i modi di mostrarmi sicuro di me]

PROF: «Mi dica allora l’art…».

IO: «………» (SCENA MUTA)
[“Cavolo… è finita, adesso mi rimanda sicuro!” … dentro tremavo]

PROF: «Ok, cambiamo argomento».
[“EDDAAII!!! Finalmente ha capito che non so gli articoli e mi sta dando un’altra possibilità. Dai che stavolta rispondo come si deve, pensai speranzoso]

PROF: «Mi parli dell’Articolo…».

IO: «………………….» (ALTRA SCENA MUTA)
[Persino i pensieri si fermarono nella mia testa. Avrei voluto alzarmi e scappare via. Più vedeva una mia debolezza e più batteva forte lì, scavando fino infondo e cercando di rafforzare la mia figuraccia]

PROF: «Se lei avesse seguito le lezioni, avrebbe saputo che io chiedo gli articoli. Mi dispiace, mi dia il libretto».

La sfida non era finita lì.
Lo guardai negli occhi e senza esitazione gli diedi il libretto, con l’aria di chi «tanto non mi cambia nulla!».

Il professore mi scrisse un bel “RESPINTO” sul libretto, giusto per marchiarmi come si deve e fare sapere a tutti del mio grande risultato fallimentare.

Ma perché ho voluto raccontarti questa breve storia?

Perché questo è stato uno dei più clamorosi esami che ho mai sentito (e “causalmente” la persona a cui è capitato sono io).

E sono sicuro che se facessero una trasmissione chiamata Esami da incubo 
questo si aggiudicherebbe la scena.

Ma cosa puoi imparare tu da questo episodio?

Puoi imparare che se non sai esattamente quello che vuole sapere il tuo professore all’esame e quello che spiega a lezione, spesso studiare dal libro può davvero essere inutile (come nel mio caso).

Ovviamente non è una regola che vale sempre, perché ci sono quegli esami facili in cui basta studiare quattro cose e prendi 30, oppure quegli esami in cui il professore a lezione si limita a ripetere – frase dopo frase – quello che c’è sul libro che lui stesso ha scritto.

Ma in linea di massima è così.

Per fare davvero la differenza e aumentare vertiginosamente le probabilità di superare 
l’esame in scioltezza, quello che conta è, oltre a studiare e avere una buona preparazione,
conoscere quello che il professore ha detto/spiegato a lezione, quello su cui si focalizza maggiormente e quello che chiede all’esame.

P.S. Poi dopo un po’ di tempo a chiedere in giro gli appunti delle sue lezioni, per fortuna li ho trovati! Certo, li ho dovuto pagare un bel po’, però sono riuscito a superare l’esame con un buon voto.

Leggi anche:

Professori, gli studenti non sono delle bestie!

Studenti, voi non siete i vostri voti!

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A proposito dell'autore

Nicola Guarino è un giovane imprenditore. A 24 anni, subito dopo la laurea in Economia e Amministrazione Aziendale, ha messo in piedi un team di 3 persone e ha fondato Appunti Condivisi – Specifici per la Tua Università, Facoltà e Corso di Studi (www.appunticondivisi.com). È una persona particolarmente ambiziosa, determinata e pragmatica. Il suo sogno è diventare un imprenditore di successo!