Analfabeti funzionali, il dramma italiano: chi sono e perché il nostro Paese è tra i peggiori.
“Mi hai tolto le parole dalla bocca…ed è pure interista sta zoc*ola!” “Io ti avrei lasciata là, nessuno ti ha obbligata ad andarci” “L’Italia sta andando a rotoli e noi paghiamo il riscatto di una che si è convertita in una religione di merda e che stava godendo come Cicciolina laggiù”.
Potrei dedicare un articolo, o forse anche un saggio sugli insulti lanciati a Silvia Romano dopo la sua liberazione, ma preferisco fermarmi qui.
Silvia Romano e la sua scarcerazione sono solo l’ultimo esempio di reazioni violente a cui ogni giorno assistiamo sui social per svariati motivi. Silvia risulta essere l’ultimo capro espiatorio valido per i tanti che utilizzano i social per la polemica continua e soprattutto inutile.
Prima di lei Giovanna Botteri, ancor prima le antenne 5G e il collegamento al Covid-19 e il virus creato in laboratorio.
Il problema però è uno, ed è molto più grave di una pandemia che grazie ai nostri ricercatori e agli studi scientifici mondiali verrà superata. È solo questione di tempo.
Il problema continuo, perenne, che perdura nel tempo è solo uno: l’analfabetismo funzionale. Chi è analfabeta funzionale è capace di leggere e scrivere, ma ha difficoltà a comprendere. E in Italia, studi a riguardo svelano che 1 italiano su 4 è un analfabeta funzionale: l’Italia risulta penultima nella classifica europea e quartultima a livello mondiale (rispetto ai 33 Paesi analizzati). L’analfabeta funzionale non si informa, non legge, non comprende, ma interpreta e commenta la realtà in base alle sue poche conoscenze.
Analfabetismo funzionale e Coronavirus
In questo periodo, in cui tutti siamo costretti ad una vita che non è la nostra, siamo portati a riscoprirci, rispolverare o imparare nuove passioni che non sapevamo nemmeno di avere: siamo stati cuochi, casalinghi, esperti di fitness e workout, lettori accaniti, nerd senza tregua.
Tutto questo, pur di non fermarci un attimo lasciando che lo sconforto di un domani senza alcuna certezza irrompesse prepotentemente nelle nostre vite, travolgendoci. C’è purtroppo chi, però, ha trasformato tutto in energie negative e frustrazione profonda, abbandonandosi a delle polemiche sterili e ignoranti, colme di odio senza alcun fine.
E va bene la libertà d’espressione, va bene il poter esprimere le proprie idee, ma da lì a diventare tuttologi, è un altro discorso.
La nostra società è ormai vittima di una pandemia a mio avviso molto più preoccupante del coronavirus, una pandemia che non ha soluzioni, cure o vaccini se non l’INFORMAZIONE. I social hanno dato la possibilità a tutti di poter veicolare informazioni poco corrette o addirittura completamente false su qualsiasi tipo di argomento.
E questo, purtroppo, sfugge ancora ai troppi che credono di poter avanzare ipotesi molto più aggressive e pericolose della libertà di Silvia, o dei capelli poco curati della giornalista Botteri.
Il male gratuito
E se è vero che tutto tornerà, se torneranno gli amici che non vediamo da tempo, se tornerà il rumore del mare, se torneranno le feste in spiaggia, se è vero che andrà tutto bene, purtroppo c’è una cosa che non cambierà mai, che non verrà mai curata: il male gratuito, che non porta a nulla di nuovo. E quindi forse è vero che in fin dei conti non andrà poi cosi bene.