Il problema dell’università non sono le montagne di esami che si accumulano inesorabili dietro al tuo procrastinare, non è dover scegliere ogni giorno se assecondare gli ultimi raggi della tua giovinezza o ammuffire dietro il dovere di memorizzare i libri, non è il senso di colpa che scatta ogni volta che il bonifico di mamma e papà ti paga l’affitto, non è quella sensazione di angoscia che ti prende alla bocca dello stomaco quando pensi di aver sbagliato tutto, non è la competizione con i figli degli altri, non è il compagno di doppia che russa né quello che si porta le ragazze a letto con te accanto, non è il cibo scadente, non è allontanarti dagli amici della città dove sei cresciuto, non è amare qualcuno e poi perderlo, non è l’indecisione se accettare il 18 o provare a fare di più, non è l’ansia dell’orale, non è la burocrazia indecifrabile della segreteria, non è il covid che chiude le aule studio, non è il badge smagnetizzato, non è l’alba che arriva prima che tu finisca l’ultimo capitolo, non è il caffè fatto mettendo il caffè al posto dell’acqua, non è non è non è… il problema dell’università sono i parenti che non capiscono quanto sia stupendo e faticoso allo stesso tempo il momento che stai vivendo, e ti chiedono quanti esami ti mancano.
Ecco una lista che suggerisce come rispondere.
Ecco la lista delle cose da dire ai parenti che chiedono: “Quanti esami ti mancano?”
- Sinceramente nessuno mi manca in modo particolare.
- Sono incinta… sorpresa!
- A parte che sono cazzi miei
- Gli esami sono solo un numero, la domanda corretta che dovresti farmi è “che cosa hai imparato”. (Oh ci sta che la risposta sia un cazzo di niente o a fare la carbonara)
- Non sono ancora entrato nell’ingranaggio opprimente del turbocapitalismo e tu già mi tratti come un oggetto senz’anima che produce voti sopra il 18? Perché non ti interessi piuttosto a come sto.
- Non lo so, i miei esami si assomigliano tutti… Dimmi piuttosto come è andato il tuo esame della prostata.
- Non sono gli esami che mi mancano, siete voi. Mamma, papà, vi voglio bene!
- Sono in pari ma devo decidere se accettare alcuni 18 o se puntare a migliorare la mia media e garantirmi così un futuro migliore che giustifichi i miei sforzi cognitivi e vostri sforzi economici.
- Sono in media con i miei compagni di corso.
- Hai fretta? Siamo nel pieno di una pandemia mondiale, anche se finisco gli esami chi vuoi che mi assuma.
- Beh, intanto li preparo tutto, poi vado a darli tutti di fila.
- Dovresti ringraziare che non sono un tossicodipendente che quando torna a casa cerca di nascondere il proprio declino cognitivo, non incalzarmi per gli esami.
- Gli esami non finiscono mai / La calma è la virtù dei forti / Chi va piano va sano e va lontano. Chi va forte va alla morte
- Quanti anni di contributi ti mancano alla pensione?
- Se questo è il trattamento che devo riceve quando torno a casa me ne resto all’università. (sottovoce: a meno che non decidiate di levarmi la paghetta)