Diciotto in Diritto privato. No, non è il voto peggiore che si possa prendere in questa materia. Ma una liberazione. Soprattutto se sei studente in Scienze Politiche, la facoltà dei “cugini poveri” di Giurisprudenza.
Sì, io mi ricordo il mio 18. Tot anni fa, quando gli statini erano dei foglietti di carta che imbucavi nella casella del professore, non senza prima fare il segno della croce. E quella di Diritto Privato era sempre strapiena per un semplice motivo: essere rimandati era la regola. Passarla ‘a prima botta‘ era roba da eroi. Da qui tante leggende, come questa:
– Professore e/o Assistente: «È la prima volta che “tenta” Diritto Privato?».
– Studente: «Sì. Ho seguito tutte le lezioni…».
– Professore e/o Assistente: «D’accordo. Non è ancora pronto. Torni fra due appelli…».
Io, modestamente, ci sono riuscito al quarto tentativo. Ovvero quando si entra ormai in modalità “kamikaze disperato“: perché quel libro – anzi quel mattone – lo hai letto e ripetuto più di quanto al catechismo hai recitato gli Ave Maria e i Padre Nostro. Pensi di sapere tutto e al contempo di non sapere nulla. Anche perché puoi essere preparato quanto vuoi ma il Professore e/o Assistente ti faranno quella domanda a cui non saprai rispondere e speri di rifugiarti in uno dei comandamenti mai scritti: «Parla. Non importa cosa dici. Ma parla».
Ed io mi ricordo l’incipit del primo quesito. «Mi parli dell’oblato…». Azz. Feci finta di conoscere la risposta e cercai di portare il professore là dove volevo: l’ipoteca. E, non so come, ebbi la meglio.
Dopodiché il dramma: non riuscivo più a soddisfarlo a tal punto che ad un tratto disse, a contatto con il microfono, così da farlo sentire a tutto il Collegio San Rocco: «Dovrà tornare la prossima volta…». Ed io: «No, professore. Non ci sarà una prossima volta. Per via dei crediti, sarò costretto a partire per il militare».
E lui (professore Amenta): «Allora, vada a servire la Patria». Ed io, in preda ad un attacco di follia acuta, prendo il microfono e dico: «Professore, io servirò un giorno la patria. Ma non ora. Mi merito il 18». Silenzio… Finché non ci fu l’invito più bello che uno studente possa sentire: «Si allontani un attimo…». E fu vittoria.
Quel giorno non avevo il sorriso stampato sul volto. Era una paresi. E sarei stato in grado di scendere i gradini del San Rocco in ginocchio, sussurrando istericamente: «Diritto Privato, mezzo laureato».
In quell’appello ci presentammo in 60 o giù di lì. Passammo in tre.
A distanza di tot anni, so che è ancora così…
Purtroppo si, è proprio così! una vergogna tale da farci un articolo! Bravo!
In economia diritto privato è terribile!!! bisogna provarci un paio di volte prima i superarlo 🙁 che vergogna…poi ti ritrovi fuori corso e in concorrenza con altri laureati di altri paesi non fuori corso XD
Io ho superato diritto privato al primo tentativo e con 30! Il prof. Amenta resta uno dei migliori professori universitari che io abbia conosciuto e il suo metodo di studio mi è servito tantissimo anche dopo il passaggio alla facoltà di giurisprudenza, in tutte le materie civilistiche. La verità è che la materia in sé è difficile (e dare l’equivalente di diritto privato I e II tutto in una botta non è da poco), ma se studi con costanza, seguendo le lezioni e facendo tesoro dei consigli forniti dal prof. durante le lezioni allora l’esame è in discesa ;). Quindi niente allarmismi!
@Isabella: sarai l’eccezione che conferma la regola 😉
Condivido la posizione di Isabella. Ho passato privato a primo colpo con 27, così come altri colleghi che hanno seguito, un paio di 30 ma anche 28, 26 e non solo 18. STUDIATE e SEGUITE i corsi solo così non ci saranno più lagne dei choosy
@Gabriele: ti tranquillizzo… non sono un choosy… E poi è evidente che questo post sia stato scritto per ridere un po’, no? Relax…
Ma guarda sono abbastanza rilassato. Il tuo post su Younipa non fa altro che alimentare un falso mito sulla difficoltà di questo esame. Basta studiare e dedicarsi con attenzione alla materia. Evidentemente i ragazzi che non superano l’esame non si applicano abbastanza. I professori sono dei grandi professionisti danno tanto a lezione ed è giusto che pretendano una buona prestazione in sede d’esame.
Sono così professionali che umiliano gli studenti davanti a tutti. Se questa si chiama professionalità….