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“Quella pirla là ha dormito, e non si è iscritta”. Negli audio del prof la prova del concorso col trucco.


Gentile Rettore, Le invio le registrazioni del bando truccato, in cui il professore dichiara che non ho vinto la procedura concorsuale perché era stata indetta per un’altra persona”. Così il candidato a un posto da coordinatore di un master organizzato dall’Università Bicocca in collaborazione con l’Unicef. Bando che, si scoprirà poi e con tanto di audio, è cucito su misura di un’altra candidata cui manca un requisito: dimentica di iscriversi e non si presenta.

Sorprendente la risposta della Rettore Giovanna Iannantuoni: “Gentilissimo, il contenuto dei due audio trasmessi non fornisce elementi per l’avvio di un procedimento disciplinare”. E aggiunge: “Rappresento, inoltre, che non dispongo di poteri di accertamento e di indagine che competono, invece, all’Autorità Giudiziaria alla quale La invito a rivolgersi”, benché proprio al rettore, da regolamento dell’ateneo, spetti avviare “tempestivamente” un’indagine interna per accertare eventuali illeciti disciplinari, nel caso, contestarli entro 10 giorni. Ne sono passati 330 ma si chiude così, almeno in seno alla Bicocca una vicenda che ha del surreale da molti punti di vista.

Inizia ad agosto 2018, quando il Comitato di Coordinamento del Master Midia in collaborazione tra Milano – Bicocca e UNICEF indice un bando da 7.200 euro per attività di supporto al coordinamento, a cui partecipano vari candidati. Tutti i candidati vengono esclusi, ma uno di loro, Vittorio Corasaniti, chiede di verificare il motivo con un accesso agli atti. Scopre che, per escluderlo, la Commissione esaminatrice ha addotto motivazioni a suo dire false e pretestuose, e richiede, pertanto, la correzione del giudizio; viene nel frattempo raggiunto dal Coordinatore del Master Francesco Zacché, professore della Facoltà di Giurisprudenza, che gli chiede di lasciar perdere perché quel bando avrebbe dovuto essere assegnato ad Alessandra B., che si era dimenticata di partecipare.

Il colloquio si svolge nella stanza 2039 al secondo piano della Bicocca: “Il problema morale che io ho è con Alessandra, sei una pirla, non ti sei iscritta e vedi sparire tutto”, dice il professore. E ancora, “capisco che sono tanti soldi, il concorso è pubblico, quella là ha dormito. Se ha dormito non è colpa nostra. Il nostro ragionamento è stato: c’è un’equità formale e un’equità sostanziale”. E ancora “noi sappiamo che siamo al limite”, di più “ti prego non insistere con questa cosa”. E di nuovo: “E’ ovvio che quello che non era per il sig. Tizio era la signora Alessandra”. Il tutto viene registrato.

“Si capisce – sostiene l’esposto poi presentato da Corasaniti – che il problema che si è posto è che la destinataria del bando si era dimenticata di partecipare e la Commissione doveva trovare un modo per escludere le persone che avevano partecipato così da mantenere i soldi all’interno del master, per poi corrispondere l’importo o fare un nuovo bando fittizio per assegnarglielo”. Non era la prima volta. In Bicocca, si sostiene, era prassi comune legittimare e remunerare “ex post”, con bandi fittizi, il lavoro sommerso, benché contraria alle norme sugli affidamenti diretti e ingiusta verso i candidati che pensano di partecipare a un bando regolare senza avere in realtà alcuna chance di vincere.

Corasaniti segnala l’accaduto al rettore che all’epoca era Maria Cristina Messa, la cui gestione di questi corsi post lauream è stata oggetto di ampia indagine da parte del Fatto nel luglio del 2022. Ma è un muro di gomma. Ne segue un giudizio amministrativo, nelle more del quale il Comitato del Master distoglie i fondi destinati al bando, adducendo che “è venuto meno l’interesse ad attribuire il contratto oggetto del bando”, così inficiando le possibilità di vittoria cautelare dinanzi al TAR Lombardia, che rimanda la questione alla più approfondita fase di merito.

Nel marzo 2019 Corasaniti deposita l’esposto alla Procura della Repubblica di Milano, sicuro della registrazione audio nella quale il professor Zacchè riferisce espressamente che il bando era truccato, fatto che giustificherebbe altresì il dolo con cui il Comitato di Coordinamento del Master aveva distolto i fondi destinati ad Alessandra B. in pendenza del giudizio amministrativo. Passano i mesi. Il fascicolo passa prima sulla scrivania di Ilda Boccassini (che lo iscrive nel registro delle notizie non costituenti reato), poi del pm Paolo Filippini. A distanza di più di un anno la querela risulta ancora iscritta a modello 45, nel registro delle notizie non costituenti reato. Corasaniti scrive più volte alla cancelleria del PM, fa prese l’esistenza dell’audio e chiede di essere sentito in qualità di persona offesa, ma le e-mail del 03.09.2020 del 14.09.2020 e del 05.05.2021 non ricevono mai una risposta.

Dopo tre anni di “inerzia”, fa istanza di avocazione del fascicolo ma gli viene negata. Il 10 marzo 2023 scopre che il pm aveva archiviato direttamente, senza passare dal gip, cioé senza il controllo di alcun giudice sul proprio operato e senza dare avviso alla persona offesa: divenuta un caso su diversi siti che si occupano di diritto. Mentre prepara le carte per i magistrati contabili e l’Anac, il candidato-scandidato chiede un incontro e invia gli audio al nuovo rettore della Bicocca. La risposta di Iannantuoni è però quella dell’inizio, perfetta e circolare: “Non dispongo di poteri di accertamento e di indagine che competono, invece, all’Autorità Giudiziaria alla quale La invito a rivolgersi”.

E la docente che cosa dice? “Non ricordo perché quella volta non mi candidai ma la richiamo e glielo dico”, risponde Alessandra B. che non chiamerà più. Conferma però di aver partecipato più volte allo stesso concorso per il master di cui è stata docente e coordinatrice nelle sue cinque edizioni. “In ogni caso non ho chiesto favori, né sapevo che qualcuno si fosse speso per riservarlo a me”, dice precisando di tenerci tantissimo, perché “è uno dei pochi master sui diritti umani non profit, le cui rimanenze vengono devolute a UNICEF”.

I documenti presenti sul sito dell’Università degli Studi di Milano – Bicocca però dicono altro. Per l’edizione in corso, almeno il 30% delle entrate previste in un importo minimo di 70.000 euro dovrebbe essere destinato all’Ateneo, mentre Unicef percepirebbe la misera cifra di 1228 euro. Al netto della remunerazione personale di ogni singolo docente proveniente dall’organizzazione umanitaria, tra cui appunto, Alessandra B., che – da sola – detta un quarto delle lezioni previste per il master.

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