Sgomento a Napoli dove si consuma una tragedia inspiegabile: un bimbo di 11 anni si suicida dopo aver inviato un messaggio ai suoi genitori. Il dramma è avvenuto nella notte scorsa. Il bambino si è buttato da una finestra. Un gesto inspiegabile, inaccettabile, da parte di un ragazzino che, stando a quanto si è appreso, era sano e felice, praticava sport ed era perfettamente integrato nella comunità.
Il messaggio indirizzato ai genitori poco prima del suicidio diceva: «Mamma, papà vi amo ma devo seguire l’uomo col cappuccio». Gli inquirenti non escludono che possa essere stato vittima di un «challenge dell’orrore», un ‘gioco’ sui social che comprende atti di autolesionismo e, alla fine, anche il suicido. Vengono i brividi al solo pensiero.
Gli inquirenti non escludono che la morte del bambino sia collegabile al gioco chiamato Jonathan Galindo – nella foto – che sarebbe un uomo travestito da cane con un cappuccio nero che invita i ragazzini sul web a compiere sfide estreme.
Mentre siamo investiti da notizie di cronaca sul coronavirus, sull’andamento dell’economia, sul turismo che stenta a ripartire e sui tanti problemi della nostra società, una notizia così non può lasciare indifferenti. Soprattutto se a spingere il ragazzino a togliersi la vita è un meccanismo malato legato a stupidi giochi mortali lanciati attraverso il web. Come si può accettare che accadano certe cose? Che esistano sul web personaggi che istigano i ragazzini a compiere gesti estremi come il suicidio o a proporre “sfide dell’orrore”.
Gli ultimi mesi ci hanno insegnato ad apprezzare e utilizzare le potenzialità del web ma non dimentichiamo mai che la rete è anche molto altro e nasconde insidie pericolose, a volte mortali. E il controllo su di essa è ancora troppo carente. Sia da parte dei genitori che da parte delle autorità competenti.
Allora quel che ci rimane è provare a sensibilizzarci gli uni con gli altri attraverso i messaggi positivi. Invitate chiunque venga a contatto con questo tipo di criminali a denunciarli, aiutate chi cade dentro queste trappole. Quindi se avete un amico, un conoscente, un fratello o una sorella su cui nutrite anche solo un sospetto, parlategli. La nostra unica forza al momento è quella di aiutarci e di proteggerci a vicenda. Non permettiamo più a nessun ragazzino di seguire mostri col cappuccio. E riflettiamo bene sul punto in cui siamo arrivati come società e come individui.
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Una notizia terribile ma vanno approfonditi i lati oscuri del web e dell’affidare una piazza così ampia ad un pubblico così giovane ed inesperto