Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha presentato questa mattina all’Università di Palermo il XXV Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei Laureati nell’ambito del convegno “Mobilità territoriale dei laureati: quale sostenibilità?”.
“L’analisi dei dati del Rapporto AlmaLaurea 2023 ci dà un’ulteriore conferma del valore della strategia messa in atto dal nostro Ateneo per offrire ai nostri studenti un presente di studio di eccellenza e un futuro professionale qualificato, mettendoli in condizione non solo di ‘sapere’, ma anche e soprattutto di ‘saper fare’ – commenta il rettore dell’Università degli Studi di Palermo Massimo Midiri – registriamo una significativa crescita del tasso occupazionale dei laureati UniPa ad un anno dal conferimento del titolo che raggiunge il 70,2% rispetto al 65% del 2022, segno del netto cambio di passo che abbiamo voluto mettere in atto nel potenziare i rapporti tra Ateneo e mondo del lavoro. Stiamo lavorando fianco a fianco con le imprese anche per migliorare la nostra offerta formativa. Nessuno meglio delle imprese, infatti, sa di quali professionisti e competenze abbiamo bisogno. Dobbiamo conciliare al meglio queste esigenze con gli obiettivi e le aspirazioni dei nostri laureati che cercano lavoro e vogliono rimanere in Sicilia”.
Ed ancora: “Di grande rilevanza sono le valutazioni che riguardano l’esperienza in UniPa, considerata positivamente da ben l’89,7% dei laureati. L’88,1% ritiene inoltre soddisfacente il rapporto con i docenti, l’82,6% considera consono il carico di studio. Il 77,7% pensa che le aule siano adeguate, premiando la scelta di UniPa di puntare fortemente ad una innovazione della didattica nelle metodologie e nelle tecnologie di insegnamento proprio per rendere il nostro Ateneo sempre più al passo con i tempi”.
Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di oltre 281 mila laureati del 2022 di 77 università. In particolare, si tratta di 155 mila laureati di primo livello, 94 mila dei percorsi magistrali biennali e 32 mila a ciclo unico.
Il Rapporto di AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei laureati ha analizzato circa 670 mila laureati, di 78 università, di primo e secondo livello del 2021, 2019 e 2017 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
Il presente Rapporto riguarda i laureati dell’Università di Palermo; il confronto con i relativi dati nazionali è riportato nelle tabelle di sintesi.
Il profilo dei laureati dell’università di Palermo
I laureati nel 2022 dell’Università di Palermo coinvolti nel XXV Rapporto sul Profilo dei laureati sono 7.198. Si tratta di 3.910 di primo livello, 2.012 magistrali biennali e 1.276 a ciclo unico.
Cittadinanza, provenienza e background formativo
La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari allo 0,9%: lo 0,7% tra i triennali e l’1,8% tra i magistrali biennali.
Lo 0,7% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è lo 0,5% tra i triennali e l’1,1% tra i magistrali biennali.
È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico …) l’82,3% dei laureati: è il 79,3% per il primo livello e l’81,5% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 14,3% dei laureati: è il 16,7% per il primo livello e il 14,9% per i magistrali biennali. Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.
Età, regolarità e voto di laurea, la riuscita negli studi universitari
L’età media alla laurea è 25,6 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 24,3 anni per i laureati di primo livello e di 27,4 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore.
Il 59,5% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 59,0% tra i triennali e il 72,5% tra i magistrali biennali.
Il voto medio di laurea è 106,2 su 110: 103,2 per i laureati di primo livello e 110,3 per i magistrali biennali. Si ricorda che per il calcolo delle medie il voto di 110 e lode è stato posto uguale a 113.
Tirocini curriculari, esperienze all’estero e lavoro durante gli studi
Il 62,0% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: è il 60,0% tra i laureati di primo livello e il 62,9% tra i magistrali biennali (valore, quest’ultimo, che cresce all’84,7% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio).
Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) il 9,7% dei laureati: il 6,9% per i triennali e il 9,9% per magistrali biennali (quota, quest’ultima, che sale al 13,9% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio).
Il 43,8% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 41,1% tra i laureati di primo livello e il 53,5% tra i magistrali biennali.
La soddisfazione per l’esperienza universitaria
Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti.
L’88,1% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’82,6% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 77,7% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, l’89,7% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.
E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 70,9% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 6,6% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.
La condizioni occupazionale dei laureati all’università di Palermo
L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 14.356 laureati dell’Università di Palermo. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2021 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2017 e intervistati dopo cinque anni.
Lavoro, i laureati triennali a un anno dalla laurea
L’Indagine ha coinvolto 3.829 laureati triennali del 2021 contattati dopo un anno dal titolo (nel 2022).
Il 77,4% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive ad un corso triennale). Dopo un anno, il 76,7% risulta ancora iscritto all’università. Per un’analisi più puntuale, pertanto, vengono di seguito fotografate le performance occupazionali dei laureati di primo livello che, dopo l’ottenimento del titolo, hanno scelto di non proseguire gli studi universitari e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro.
Isolando quindi i laureati triennali dell’Università di Palermo che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti a un corso di laurea (21,9%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo.
A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è del 65,2%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 17,1%.
Tra gli occupati, il 16,7% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 9,1% ha invece cambiato lavoro; il 74,2% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.
Il 28,1% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 36,2% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 10,9% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.).
Il lavoro part-time coinvolge il 24,7% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.293 euro mensili netti.
Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Si è presa in esame l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Il 62,6% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 55,7% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.
I laureati di secondo livello a uno e cinque anni dalla laurea
I laureati di secondo livello del 2021 contattati dopo un anno dal titolo sono 3.564 (di cui 2.062 magistrali biennali e 1.502 magistrali a ciclo unico), quelli del 2017 contattati a cinque anni sono 3.535 (di cui 2.007 magistrali biennali e 1.515 magistrali a ciclo unico).
A un anno
Tra i laureati di secondo livello del 2021 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari al 70,2% (71,1% tra i magistrali biennali e 69,0% tra i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 13,4% (14,7% tra i magistrali biennali e 11,5% tra i magistrali a ciclo unico).
Il 12,5% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, l’8,7% ha invece cambiato lavoro; il 78,8% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Tra i laureati magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 16,6%, 11,3% e 72,0%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 6,8%, 5,2% e 88,0%.
Il 17,0% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 29,7% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 7,4% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 22,2%, 30,6% e 5,4%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 9,9%, 28,5% e 10,2%.
Il lavoro part-time coinvolge il 17,5% degli occupati (20,0% tra i magistrali biennali e 14,2% tra i magistrali a ciclo unico). La retribuzione è in media di 1.322 euro mensili netti (1.261 euro per i magistrali biennali e 1.402 euro per i magistrali a ciclo unico).
Il 77,7% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 66,6% tra i magistrali biennali e il 92,3% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 67,4% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (57,7% tra i magistrali biennali e 80,5% tra i magistrali a ciclo unico).
A cinque anni
Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2017, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari all’84,6% (83,7% per i magistrali biennali e 86,0% per i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione è pari al 5,7% (6,1% per i magistrali biennali e 5,2% per i magistrali a ciclo unico).
Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 38,2%, mentre gli occupati con un contratto a tempo determinato sono il 27,0%. Svolge un’attività in proprio il 17,0%.