La Corte Costituzionale boccia il quesito referendario sull’eutanasia legale. Secondo la Consulta, quest’ultimo sarebbe inammissibile poiché “a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili“.
No al quesito sull’eutanasia: la motivazione della Consulta
Di seguito, la motivazione con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia legale, ossia il quesito che chiede di depenalizzare l’omicidio del consenziente.
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Le reazioni
Marco Cappato, dell’Associazione Luca Coscioni, esprime così il proprio rammarico: “Questa per noi è una brutta notizia, è una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina“.
Diverse anche le reazioni da parte del mondo della politica. “La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull’eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa”, commenta il segretario del Pd, Enrico Letta. “Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia”, è invece il commento del leader della Lega Matteo Salvini. Parere opposto quello espresso dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, secondo cui il no della Consulta è una “decisione sacrosanta”.