Si inizia il 26 luglio a Palermo, in via Generale Magliocco, (presso il tavolo di raccolta firme, ore 10, altezza H&M) e si finisce mercoledì a Messina per presentare il referendum sull’eutanasia legale e la sua raccolta firme.
L’associazione Luca Coscioni lancia un tour di tre giorni in Sicilia per raccogliere le adesioni. Quelle necessarie sono 500 mila quelle entro il 30 settembre. Lo scopo sarebbe quello di abrogare parzialmente l’articolo 579 del codice penale, ovvero l’omicidio del consenziente. La conferenza di Marco Cappato è prevista per oggi lunedì 26 luglio, ore 10, in via Generale Magliocco. “Sara un’occasione – si legge in una nota – affinché anche dalla Sicilia possa arrivare un contributo significativo al raggiungimento dell’obiettivo”
Già 170 mila le firme quelle raccolte, 6 mila delle quali solo nell’Isola, grazie al contributo di numerose associazioni. E inoltre l’aiuro di diecimila volonari. “Una risposta iniziale sorprendente, visto il silenzio della politica ‘ufficiale’, che ci consente di partire – commenta Marco Cappato -. Ma che deve crescere ancora per raccogliere le 500 mila firme da consegnare in corte di Cassazione il 30 settembre. Siamo incoraggiati dall’entusiasmo che si sta registrando. Una rete in continua crescita che vuole garantire il diritto al referendum su un tema come quello dell’eutanasia. Chiamiamo dunque a raccolta le persone che ci vogliono aiutare, oltre ad avvocati, sindaci e amministratori locali, parlamentari e consiglieri regionali che possono autenticare le firme. Con lo scopo di offrire un’adeguata informazione intorno a questa opportunità”.
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Referendum eutanasia legale, il tour parte da Palermo
l referendum vuole abrogare parzialmente – viene ricostruito sul sito del comitato promotore – la norma che impedisce l’introduzione dell’eutanasia legale in Italia. L’omicidio del consenziente, infatti, non è altro che un reato speciale. Quest’ultimo inserito nell’ordinamento per punire l’eutanasia.
Con questo intervento referendario l’eutanasia attiva sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla sentenza della Consulta sul “caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni.