Ad oltre un anno dalla morte (24 luglio 2015), la comunità accademica ha ricordato la prof. Marina Scarlata, associato di Storia medievale presso il Dipartimento di Studi storici e artistici con un convegno dal titolo: Le carte, le strade, gli uomini, la libertà della memoria che si è svolto nella chiesetta di Sant’Antonio Abate del complesso Steri.
Marina Scarlata è stata componente del comitato scientifico per l’Archivio storico multimediale di Catania e del comitato scientifico Itinerari basiliani di Messina, la prof. Scarlata ha condotto studi e ricerche presso biblioteche ed archivi italiani (Palermo, Catania, Caltagirone, Trapani, Prato, Roma, Torino) e stranieri (Londra-Cambridge, Parigi, Barcelona-Madrid-Toledo).
La studiosa ha rinvenuto presso la Biblioteca Universitaria Nazionale di Torino, il manoscritto completo dell’opera di Camillo Camiliani della fine del XVI secolo, con i primi disegni sul perimetro costiero dell’isola, che si cercavano da circa due secoli. Il suo lavoro storiografico inizia dallo studio della prima età normanna e si focalizza sulla figura tragica di Tancredi di Lecce, sconfitto da Enrico VI che, in tal modo, dà inizio all’imperializzazione del “Regnum Siciliae“ cui seguirà la grande stagione fridericiana.
Successivamente, la sua attenzione si è spostata dalla Storia Politica a quella sociale e culturale. I cardini essenziali della nuova prospettiva divengono, dunque, il territorio, guadato come geografia e come storia, e l’habitat, inteso come geografia fisica e microcosmo della civiltà degli uomini.
Ne sono esempi gli studi sul territorio della Sicilia, con l’edizione del lavoro su Camilliani, e l’attenta ricostruzione delle vicende di grandi e piccoli insediamenti urbani e rurali, con particolare attenzione all’urbanistica palermitana. In queste indagini, Marina Scarlata ha coniugato archeologia e storia, documenti d’archivio e reperti di scavo, per costruire una ricerca sempre aperta e mai appagata dai risultati conseguiti, da cui sono sorte nuove domande che hanno aperto nuovi campi alla sua inesausta passione di studiosa.
Una passione che, sino all’ultimo, ha saputo trasmettere agli allievi e quelli che l’hanno conosciuta.