“Dobbiamo essere pronti al peggio“: tuona così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, intervistato da RaiNews24 nelle scorse ore, in merito alla questione Natale 2020.
Il Coronavirus ha scombinato i piani degli italiani, ha stravolto le vite di ognuno di noi, ma c’è una cosa che non potrà – forse – portarci via: la magia delle festività natalizie che, con o senza maxi tavolate, super cenoni e tombolate con parenti e amici, resterà tale. O almeno si spera.
Rientri in Sicilia
“Nella fase iniziale immaginiamo una media di 2.500 persone che rientreranno in Sicilia con l’aereo per le festività natalizia. Abbiamo impegnato 157 medici nelle varie postazioni“, ha dichiarato il governatore siciliano.
“Dobbiamo essere pronti al peggio ma io sono moderatamente ottimista, perché il Natale si può passare insieme ma senza essere in tanti a tavola, per sperare in un Natale 2021 migliore“.
Quello che preoccupa, però, sono gli assembramenti e le conseguenze che questi causano: “Davvero possiamo fidarci del senso di responsabilità collettiva? Io voglio augurarmi di sì, voglio sperare che la gente si renda conto che a due passi dai luoghi di assembramento ci sono decine di persone che respirano con mezzi artificiali e che non possono vedere i propri congiunti. Il contagio si prende dove c’è assembramento, non in ospedale“.
Italia in lockdown
E intanto sulle nuove misure restrittive che il governo Conte ha pensato bene di attuare per le feste, Musumeci dice: “Questo gioco dei colori ha determinato conflitti, amarezze e incomprensioni. I primi a non capirne nulla sono i cittadini. Nella prima fase è servito a stimolare e a rendere più facile la lettura del dato epidemiologico, ma ora serve un orientamento il più omogeneo possibile“.