Il riscatto della laurea è uno strumento che permette di conteggiare gli anni di università come anni di contributi fiscali, e quindi potenzialmente anticipare l’arrivo della pensione. Per farlo, è necessario fare un’apposita richiesta all’Inps e versare la somma necessaria a integrare la propria posizione con il fisco per quegli anni.
Cosa significa riscattare la laurea?
Con il riscatto della laurea, si paga all’Inps l’equivalente dei contributi che si sarebbero versati negli anni di università, con alcune differenze e agevolazioni. La condizione fondamentale da rispettare è aver conseguito il titolo di studio.
In più, non vengono conteggiati gli anni fuori corso, ma solo quelli ‘ufficiali’ del proprio corso di studi. Si possono riscattare anche due o più corsi di laurea, e a richiedere il riscatto possono essere anche persone inoccupate e non iscritte ad alcuna forma obbligatoria di previdenza.
È possibile riscattare i vecchi diplomi universitari e diplomi di laurea, come anche i diplomi di specializzazione, le lauree triennali, magistrali e specialistiche e i dottorati di ricerca. Valgono anche i diplomi rilasciati dagli Istituti di alta formazione artistica e musicale, purché i corsi siano iniziati nell’anno accademico 2005/2006 o più tardi.
Per riscattare la propria laurea, è necessario fare domanda sul portale dell’Inps, facendo l’accesso con Spid, carta d’identità elettronica o Carta nazionale dei servizi. In alternativa, ci si può presentare a un patronato o altri intermediari dell’Inps.
Quando può anticipare la pensione
Attualmente, a parte per chi può utilizzare quota 103, si può lasciare il lavoro e andare in pensione quando si sono maturati 41 anni e 10 mesi di contributi (per le donne) o 42 anni e 10 mesi (per gli uomini), come previsto dalla legge Fornero. Ma la pensione può arrivare prima per chi ha iniziato a versare contributi prima dei 25 anni (le donne) o dei 24 anni (gli uomini).
Dato che, riscattando la laurea, si aggiungono gli anni di studio ai propri contributi, di fatto è come se si anticipasse il momento in cui si è iniziato a lavorare. Ad esempio, una persona può aver iniziato a versare all’Inps quando aveva 26 anni, ma riscattando tre anni di laurea questa età si abbassa a 23.
Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 può accedere alla pensione anticipata contributiva con 64 anni di età e 20 anni di contributi effettivi, se la prima pensione è pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale (cioè, per il 2023, 1409,16 euro in tutto). In alcuni casi, riscattare la laurea può aiutare a raggiungere questa soglia per andare in pensione prima.
Secondo alcune simulazioni, chi ha tra i 30 e i 45 anni e lavora da quando ne ha 24, anticiperebbe la propria pensione di 2-3 anni se riscattasse la laurea. Chi ne è svantaggiato dovrebbero essere i 50-55enni con 23-25 anni di contributi, che potrebbero anche vedere la propria pensione ritardata se riscattassero gli anni di università. Per gli altri, con il riscatto dovrebbe essere garantito un anticipo dell’entrata in pensione più o meno significativo.
Quanto costa?
Esiste la versione ordinaria del riscatto, quella agevolata e quella agevolata con sistema contributivo. Ciascuna ha un diverso costo e un diverso impatto sulla pensione. Sul sito dell’Inps è presente un simulatore che permette di sapere il costo indicativo nel proprio caso.
Chi ha conseguito la laurea entro il 1995 deve pagare una somma calcolata con la regola cosiddetta della riserva matematica: si considerano tre parametri, l’età, l’anzianità contributiva e la retribuzione pensionabile. Per chi si è laureato dal 1996 in poi, invece, la cifra che deve essere pagata si calcola in percentuale. Si basa sulla retribuzione media avuta nell’anno precedente alla richiesta di riscatto, e si moltiplica per ogni anno di università che si riscatta.
Le lauree ottenute dal 1996 in poi – e anche quelle precedenti, per chi aveva già versato un contributo quando si è laureato e ha scelto il sistema contributivo- si possono riscattare in forma agevolata. Il costo dell’agevolata può essere inferiore: si pagano 5360 euro per anno universitario, e la somma si può dedurre dalle proprie tasse. Anche l’effetto sulla pensione, però, è ridotto: secondo alcune stime, è di circa 20 euro lordi per ogni anno di università.
Il pagamento, in ogni caso, può avvenire in una sola soluzione o a rate – fino a un massimo di 120 rate mensili – senza interessi. Si paga tramite PagoPA o con addebito direttamente sul conto corrente. Negli scorsi anni si è discusso dell’ipotesi di rendere gratuito il riscatto della laurea, ma il costo stimato sarebbe di circa 4 miliardi di euro.