Con lo spaventoso attacco di giovedì scorso alla centrale di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, ed il conseguente rischio nucleare, molti Paesi hanno iniziato a verificare la presenza delle scorte di compresse di iodio, utile per le emergenze radiologiche.
Rischio nucleare, l’Italia verifica le scorte di pillole di iodio
La somministrazione di iodio infatti, fa parte della strategia adottata per ridurre gli effetti negativi sulla salute delle persone esposte a radiazioni. Anche l’Italia, dopo il Belgio, tramite il Ministero della salute e la Protezione civile, ha dato il via ad una verifica delle suddette.
L’esperto: “No alla corsa sconsiderata all’acquisto”
Già in molti, per i timori legati ad un possibile attacco nucleare da parte della Russia, hanno iniziato la corsa agli integratori di iodio, senza alcuna indicazione, rischiando una corsa sconsiderata all’acquisto. Gianluca Aimaretti, presidente della Società Italiana di Endocrinologia, dichiara con fermezza che la corsa all’acquisto non serve, anzi può essere dannoso. E ribadisce che questa è la posizione di tutta la comunità scientifica. “La profilassi, in questo momento, non è necessaria. E semmai si verificasse un’evoluzione di questo tipo, non servirebbero gli integratori. Bensì dei farmaci, la cui distribuzione spetterebbe alla Protezione Civile e alle Regioni”, conferma l’esperto.
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La funzione delle pillole di iodio antiradiazioni
Se lo iodio radioattivo viene rilasciato nell’aria, l’assunzione di ioduro di potassio “satura la ghiandola tiroidea, prevenendo così l’assorbimento di iodio radioattivo” e il conseguente “rischio di cancro alla tiroide“. Tuttavia “le pastiglie di iodio non offrono protezione contro altre sostanze radioattive” dalle quali, in caso di emergenza, è necessario ripararsi.