Canicattì, la città di Rosario Livatino, il primo Magistrato Martire elevato agli onori degli altari, questa mattina si è svegliata insolitamente presto nonostante la giornata domenicale. Oggi infatti il “giudice ragazzino”, ucciso dalla Stidda il 21 settembre 1990, verrà riconosciuto Beato.
In questo articolo ricordiamo alcune delle citazioni più importanti del magistrato.
Rosario Livatino, beato: le frasi più celebri
- Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma credibili.
- “Spero che il mio intervento offrirà materia di riflessione su due temi che possono anche porsi in perfetta antitesi tra loro: la società che cambia e il magistrato. In questa società in continua evoluzione, il magistrato è colui al quale, piaccia o no, è affidato lo specialissimo compito di applicare le leggi e in piena, totale indipendenza da ogni centro di potere, politico e mafioso”. (7 aprile 1984, Canicattì)
- “L’indipendenza del giudice non è solo nella propria coscienza, nella libertà morale e nella fedeltà ai principi, ma anche nella trasparenza della sua condotta, anche fuori del suo ufficio, nella libertà e nella normalità delle sue relazioni, nella sua indisponibilità a iniziative e affari, nella scelta dell’amicizia”. (7 aprile 1984, Canicattì)
- “Il giudice deve offrire di se stesso l’immagine di una persona seria, equilibrata, responsabile, l’immagine di uno capace di condannare, ma anche di capire; solo così egli potrà essere accettato dalla società. Questo e solo questo è il giudice di ogni tempo; se apparirà sempre libero e indipendente, si mostrerà degno della sua funzione; se si manterrà integro e imparziale non tradirà mai il suo mandato”. (7 aprile 1984, Canicattì)
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