Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della Rete Universitaria Mediterranea, firmato dal consigliere nazionale Salvo Di Chiara:
La popolazione universitaria negli ultimi dieci anni è stata vittima di una serie di riforme e disposti normativi che hanno progressivamente appesantito la didattica e svilito il sistema dell’istruzione pubblica, soprattutto in un’ottica di formazione professionale e sbocchi occupazionali.
Gli studenti delle Facoltà di Giurisprudenza, in particolare, sono coloro i quali hanno risentito maggiormente delle novelle legislative: dapprima con l’introduzione del 3+2 (rivelatasi fallimentare) per arrivare alla recente riforma forense, divenuta legge il 31 dicembre 2012.
La nuova riforma, infatti, oltre a presentare diversi elementi di criticità, lascia inattuate quelle poche disposizioni che potrebbero venire incontro alle esigenze degli studenti.
La legge 31 dicembre 2012, n. 247, Titolo IV, Capo I (rubricato “Tirocinio professionale”), all’art. 40 disciplina che:
- I consigli dell’ordine degli avvocati possono stipulare convenzioni, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con le università per la disciplina dei rapporti reciproci.
- Il CNF e la Conferenza dei presidi delle facoltà di giurisprudenza promuovono, anche mediante la stipulazione di apposita convenzione, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, la piena collaborazione tra le facoltà di giurisprudenza e gli ordini forensi, per il perseguimento dei fini di cui al presente capo».
La stessa legge, inoltre, all’art. 41, comma 6, lettera d), recita: «Il tirocinio può essere svolto per non più di sei mesi, in concomitanza con il corso di studio per il conseguimento della laurea, dagli studenti regolarmente iscritti all’ultimo anno del corso di studio per il conseguimento del diploma di laurea in giurisprudenza nel caso previsto dall’articolo 40».
Secondo quanto previsto dal testo legislativo richiamato, dunque, i presidi delle facoltà giuridiche possono stipulare convenzioni con l’ordine degli avvocati, per regolare i loro rapporti anche in materia di tirocini anticipati. Tuttavia, occorre la stipula di una convenzione quadro tra il CNF e la Conferenza dei presidi delle facoltà di giurisprudenza.
Ebbene, tale previsione normativa potrebbe essere sicuramente un incentivo volto alla risoluzione del problema del ritardo dell’accesso dei laureati in giurisprudenza nel mondo del lavoro, oggi sempre più preminente.
L’anticipazione del tirocinio, oltre che ridurre sensibilmente i tempi per l’accesso alla professione forense, permette di dare un approccio pratico a un corso di laurea ancora oggi troppo ancorato allo studio meramente scientifico, senza calarsi appieno in quelle che sono le esigenze dinamiche del mondo del lavoro.
Occorre perciò affrettarsi nel definire la situazione nazionale, per avviare il prima possibile il processo a livello locale.
Alessio Portobello, coordinatore dell’UDU Giurisprudenza Palermo, ha avviato da mesi una campagna di sensibilizzazione sul tema, lanciando lo scorso ottobre una petizione sottoscritta da più di 600 studenti che ha portato al raggiungimento di un’intesa fra il Preside della facoltà, Antonio Scaglione, e il Presidente dell’ordine degli avvocati, Francesco Greco. Questo accordo di massima getta le basi per la stipula della convenzione a livello locale, in attesa solo del via libera a livello nazionale.
Il sottoscritto Salvo Di Chiara, neo eletto al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari nelle file UDU-R.U.M., – auspicando per il futuro una riforma didattica e professionale che consenta di ridurre ulteriormente il gap esistente tra Università e mondo del lavoro – richiederà, non appena il CNSU rinnovato sarà insediato, la piena applicazione delle norme in oggetto, così da ottenere il prima possibile la stipula della convenzione quadro, dando a tutti gli iscritti dei corsi di laurea in giurisprudenza la possibilità di usufruire del tirocinio anticipato.